Natività ordinaria e straordinaria


Ieri mattina aspettavo a Scampia il bus che tardava, mentre accanto a me una madre non proprio giovane prendeva in braccio il figlio di 7 anni, stanco di aspettare. Improvvisamente ho pensato (illuminazione?) che a Natale, festa della Natività di Gesù figlio di Maria e di Dio, bisogna prima di tutto festeggiare le coppie di genitori che hanno dato e danno alla luce figli, figli dell’uomo e figli di Dio.

C’è una Natività straordinaria in Betlemme ad opera di Maria e dallo Spirito santo, ed una Natività ordinaria frutto dell’amore di un uomo ed una donna, che danno la vita a nuovi esseri umani. Di questa maternità ordinaria è partecipe anche Maria: l’inno del tempo di Avvento per i vespri recita: "Accogli nel tuo grembo, o Vergine Maria, il Verbo di Dio Padre". Ed Elisabetta nell'incontro con Maria esclamò: "e benedetto il frutto del tuo grembo". Nello stesso tempo a Elisabetta "il bambino le sussultò nel grembo" (Lc 1).

Le due maternità in Maria si incontrano nel grembo che nutre la vita. Questo spessore divino-umano della maternità straordinaria ed ordinaria deve essere esplicitato nella celebrazione del Natale, per raggiungere il divino nella vita quotidiana di donne e uomini ed aprire orizzonti di luce per la vita umana. E’ la via amoris nel flusso della vita.

Il novantenne scrittore Guido Ceronetti afferma in una recente intervista che per lui il divino è il segreto, il mistero della vita umana. Tanti auguri di Natale a tutti i genitori ed ai loro figli partecipi di questo mistero divino. Anche a noi che siamo stati generati e non abbiamo generato per aprire al divino nel cammino che ci accomuna.

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