Zanotelli: la mia missione a Napoli - #2 colpevoli

di Alex Zanotelli, comboniano


[continua da #1 babygang]

Ci stiamo tutti chiedendo di chi è la colpa. Un po’ tutti puntano il dito contro lo Stato, la Scuola e la Famiglia. Personalmente aggiungerei la Chiesa.

Il primo colpevole è certamente lo Stato che ha abbandonato il Sud. Infatti il Meridione oggi è fra le zone più in difficoltà in Europa con una disoccupazione giovanile sopra il 60% e con la fuga dei suoi giovani più brillanti. Questa difficile situazione economica pesa ancora di più nelle periferie delle grandi città, soprattutto a Napoli. Per i giovani non c’è lavoro, non c’è speranza, non c’è futuro. Né la Regione Campania, né il Comune di Napoli hanno una seria politica verso le periferie,verso gli impoveriti di questa città.Non vedo una volontà politica di far incontrare la ‘Napoli bene’ con la ‘Napoli malamente’ delle periferie. Due città che non vogliono incontrarsi. La ’Napoli bene’ sembra concentrata a salvare se stessa e poco interessata ai drammi delle periferie.

Ma anche la Scuola è sul banco degli imputati. Non è solo il problema degli insegnanti, ma è un problema strutturale. Lo Stato sta tagliando i fondi alla scuola, eppure lo Stato italiano spende sessantaquattro milioni di euro al giorno in armi. I soldi ci sono, ma non per i bisogni essenziali della gente come scuola, sanità, welfare. Nelle periferie lo Stato deve investire seriamente nelle scuole, che siano a tempo pieno, aperte fino alle otto di sera, con una varietà di servizi supplementari per i ragazzi.Il quartiere dove opero ha una popolazione di circa 50.000 abitanti, non ha nessun asilo comunale,ma per fortuna ha un complesso di scuole elementari che funziona bene. In questo quartiere invece non c’è nessun complesso di scuole medie (il 30-40% di ragazzini si perde per strada) ed un unico Istituto Superiore che lo scorso anno ha perso il 50% dei suoi alunni e il 74% del primo biennio è stato bocciato. Per questo come Rete del Rione Sanità chiediamo scuole d’infanzia comunali, un complesso di scuole medie e un rafforzato istituto superiore con  professori preparati per questi ambienti, tempo pieno, spazi educativi extra-scolastici e campi sportivi. Qui al rione Sanità abbiamo  tre bei campi di pallone ma di fatto inutilizzabili. Dove possono andare questi ragazzini a giocare se non per strada? 

Ma lo Stato è sotto accusa anche per la questione lavorativa. I ragazzini che crescono in periferia non hanno un futuro lavorativo e i giovani laureati devono fuggire al Nord o all’estero per trovare un lavoro. Chi rimane ,soprattutto in periferia, non ha altra alternativa che entrare nello spaccio della droga, dato che  Napoli è diventata la più importante piazza di spaccio in Europa e la cocaina un fenomeno di massa. E poi lo Stato deve provvedere sicurezza sulle strade. In anni di lotte abbiamo ottenuto in questo quartiere solo le telecamere. Ma in Piazza Sanità devo ancora vedere un servizio fisso di vigili per educare alle regole, seppur stradali!

Ma oggi sotto i riflettori c’è anche la Famiglia. Nelle periferie questa fondamentale realtà è spesso in seria difficoltà, per cui i figli finiscono per strada di giorno e di notte. Queste famiglie del sottoproletariato napoletano avevano dei bei valori, purtroppo spazzati via dal consumismo di questi anni ,alimentato da  televisione sempre accesa nella case e quasi sempre su canali commerciali. Per cui l’unico valore che è rimasto ormai è quello di fare soldi e di farli al più presto per vivere la ‘vita bella’ vista in TV. E’ in questo contesto che crescono i ragazzini delle nostre periferie.

[continua...]

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