Cinico e baro

di Domenico Pizzuti


Nei giorni caldi della nave Aquarius, di fronte alle dichiarazioni del nuovo Ministro dell’interno sui porti chiusi alle navi ONG cariche di migranti mi chiedevo se questa decisione fosse supportata da atti formali legali, e non fosse solo una mera dichiarazione d'intenti. Il question time in Parlamento ha fatto emergere che le dichiarazioni del Ministro non hanno base formale, e che il Ministro delle Infrastrutture aveva agito il blocco dell'Aquarius ritenendo legittimo il rifiuto di indicare un porto da parte di Salvini. Costui, nell'intento di creare il caso di fronte ai paesi dell'Unione Europea, ha quindi barato sul significato delle sue dichiarazioni, passando sopra ogni necessaria formalità pur di ottenere lo scopo di non offrire più i porti italiani alle Ong e ad altre navi internazionali, e sollecitare così le nazioni europee a farsi carico anch'esse dell’accoglienza. 


Evidentemente cinico e baro, Salvini ha truccato le carte per ottenere lo scopo con una evidente strumentalizzazione politica sulla pelle dei migranti, non certo in gita nel Mediterraneo, ma alla ricerca di una sponda sicura dopo terribili peregrinazioni terrestri e marittime.
La lettera da costui inviata ai Prefetti della Repubblica per limitare la concessione di permessi di soggiorno per “motivi umanitari”, mette becco nella giurisdizione appartenente alle Commissioni  amministrative territoriali che valutano le domande di permessi di soggiorno, e che che come tali non possono subire diktat o limitazioni. Queste Commissioni, contrariamente alla loro natura, rischiano di diventare organismi politici. 

Si manifesta insomma un autoritarismo preoccupante, alla faccia di una sbandierata legalità, che non fa ben sperare per la riconosciuta divisione dei poteri democratica. Il potere non è uno strumento da modellare a piacimento per propri scopi fidando nell'indifferenza ed ignoranza diffuse, o nel consenso dell'elettorato. Il nuovo arrivato nel Palazzo manifesta così una forma di hybris (tracotanza di ellenistica memoria), o di astuzia di breve portata che mira a possedere tutte le carte del tavolo.

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