Quali santi, quale culto


di Domenico Pizzuti sj


Domenica scorsa nella cappellina dell’Infermeria del Gesù nuovo, a Napoli, recitavo con l'assemblea l’Inno di lode solenne “Gloria a Dio nell’alto dei cieli”, riguardante sia “Dio Padre onnipotente” sia il “Figlio unigenito Gesù Cristo...con lo Spirito Santo nella gloria di Dio Padre”, tra i numerosi titoli cristologici per cui si rende gloria.
Sono rimasto colpito da “Tu solo il SANTO, tu solo l’Altissimo, Gesù Cristo”, a fronte della molteplicità di santi che si sono venerati nelle diverse Chiese e territori. 
L’affermazione dell’inno di lode ecclesiale è esclusiva: “Tu solo il SANTO…”, di cui gli altri sono partecipi in virtù della sua misericordia “che toglie il peccato del mondo”.

Non è una scoperta o un'illuminazione, perché ad esempio nella chiesa del Gesù nuovo è predominante il culto popolare del medico san Giuseppe Moscati, di cui qui si custodisce memoria e oggetti personali. Moscati è oggetto di venerazione ed invocazione per la cura delle malattie del corpo e dello spirito da parte di numerosi fedeli. A parte il fatto che Moscati è stato prevalentemente un modello di cristiano laico da imitare, abitava a due passi da questa chiesa e operava poco distante, nell’Ospedale degli Incurabili. 
Un santo “territoriale” da venerare ed onorare per la sua vita cristiana piena, e che può illuminare i molteplici aspetti di una santità laicale.

Non si può non  notare che questo culto avviene nella “Chiesa del Gesù Nuovo”, dedicata appunto a Gesù il Salvatore, il “solo SANTO”, come si evince nell’abside dal monogramma gesuitico JHS (Gesù Salvatore degli uomini) con la schiera dei santi. Sta a noi far risaltare nell'oggi della nostra storia questo monogramma, potremmo dire il “brand”, il marchio di fabbrica dei gesuiti, a Napoli come altrove nel mondo. 
Oggi e sempre.

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