Migranti, l'umanità non è ancora morta




di Domenico Pizzuti sj

Riportiamo alcuni gesti minimi di umanità che abbiamo colto attraverso la TV e i giornali nei confronti di migranti.
Primo, non rilevato da commentatori, il gesto di un funzionario che, mentre Carola Rackete scende dalla scaletta a Lampedusa, le si fa incontro, le stringe la mano, e apre lo sportello dell’auto di polizia che la attendeva per le necessarie procedure. Il tutto durante la rissa dei presenti fatta di riprovevoli ingiurie ma anche di una quindicina di persone che battevano le mani in segno di benvenuto.
(Un reportage antropologico si ritrova in Marco Augé, L’isola del non ritorno. Voci da Lampedusa, 2018, su cosa pensano i lampedusani degli immigrati; un ritratto complesso dell’isola dove prevale su tutto la solidarietà tipica della gente di mare).

Secondo, nel corso della trasmissione tv “Onda”, ospite il governatore leghista del Friuli Fedriga, interrogato su mura e barriere per frenare la rotta balcanica; la cronista in collegamento ha raccolto la testimonianza di una donna di una certa età, che confessava di aver dato un bicchiere d’acqua ad un migrante di passaggio. Sapore evangelico.

Terzo, un infermiere dell’Infermeria dei Gesuiti a Napoli si è recato proprio in questi giorni in Burundi, con la moglie, per accogliere un bambino di 5 anni in adozione.

Di fronte all’insistenza securitaria del Ministro dell’interno - fondamentalmente per rafforzare le proprie fortune elettorali - i cui ultimi decreti in materia sono criticati perfino dall’ONU in quanto fuori dalle norme internazionali, una risposta in parte inattesa si coglie nell’intelligente e sensibile discorso del neo Presidente dell’Europarlamento Davide Sassoli:  questo Parlamento crede che sia arrivato il momento di discutere la riforma del Regolamento di Dublino che quest’Aula, a stragrande maggioranza, ha proposto nella scorsa legislatura. Lo dovete ai cittadini europei che chiedono più solidarietà fra gli Stati membri; lo dovete alla povera gente per quel senso di umanità che non vogliamo smarrire e che ci ha fatto grandi agli occhi del mondo”.

Forse, tutto sommato, non siamo condannati all’oscurantismo xenofobo di Salvini e compagni.

Commenti

Più letti