'Ndrangheta in Val d'Aosta


di Domenico Pizzuti sj


In un recente volume a cura dei magistrati Giuseppe Pignatone e Michele Prestipino, Modelli criminali. Mafie di ieri e di oggi (Laterza 2019) gli Autori segnalano un dato che costituisce una vera novità: "i modelli di espansione delle strutture della ‘ndrangheta, quello della 'colonizzazione', che sotto questo specifico profilo, la differenzia da ogni altra organizzazione di tipo mafioso. Infatti la ‘ndrangheta quando si espande fuori dall’originario territorio (...) vi esporta la propria struttura organizzativa e con essa il 'metodo mafioso' ed esporta anche quel sistema relazionale attraverso cui è in grado, persino fuori del territorio calabrese, di raggiungere pezzi di imprenditoria, libere professioni, politica, pubblica amministrazione". 

Che non si tratti di pura teoria giudiziaria, lo attesta la nuova inchiesta sui rapporti tra politica e ‘ndrangheta che rischia di azzerare i vertici politici della regione Valle d’Aosta. Tale indagine dei carabinieri attesta "una lenta inquietante e inesorabile infiltrazione della mafia calabrese negli apparati politici, istituzionali e amministrativi della regione a statuto speciale. Un abbraccio mortale" (La Stampa, 14 dicembre 2019). 

Non deve sfuggire che anche in Val d’Aosta alla base di questa inserzione la ‘ndrangheta ha esportato la propria struttura organizzativa di base cioè “la locale” per lo svolgimento delle diverse attività, in autonomia da quella centrale di Reggio Calabria, e diversi suoi esponenti sono stati indagati o arrestati. A seguito di questa indagine si sono dimessi il Presidente della regione ed altri esponenti regionali indagati per voto di scambio politico-mafioso, per sostegno elettorale richiesto anche personalmente agli esponenti 'ndranghetisti mafiosi della “locale” valdostana.

In seguito alla presenza della ‘ndrangheta fin dagli anni 80, si può affermare che è in atto un processo di “colonizzazione” della regione da parte di elementi ndranghetisti calabresi insediatisi sul territorio con gli effetti perversi sopra denunciati. Non tutti i rappresentanti istituzionali si avvalgono di scambi politico-mafiosi. Il sindaco di Aosta dichiara: "serve pulizia, un ricambio di persone come me che dicono no all’ ‘ndrangheta".

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