Gli slogan elettorali di Giovanni Battista

di Domenico Pizzuti sj


Nel Vangelo della 2a domenica dopo Natale, nella testimonianza di Giovanni Battista sono rimasto colpito da queste affermazioni: "Colui che viene dopo di me, è avanti a me, perché era prima di me" (Gv 1,15). Queste parole non valgono solo per la testimonianza profetica di Giovanni il Battista, ma anche oggi che vengono proclamate per dare la preminenza, non scontata, nella vita religiosa dei credenti al mistero del Verbo incarnato.

Traduco questa testimonianza con un riferimento che mi è venuto in mente, al monogramma che campeggia per esempio nel timpano della Chiesa del Gesù Nuovo di Napoli - se solo si sollevano gli occhi in alto. “JHS”, Gesù Salvatore degli uomini, che proclama questa preminenza salvifica da vivere al di là di tutte le pratiche religiose che si svolgono nell’ampia magnifica chiesa: Celebrazioni di Messe, amministrazione del sacramento della riconciliazione, culto di San Giuseppe Moscati e di altri santi, frotte di turisti per ammirare le bellezze artistiche della chiesa, e così via.

La testimonianza di Giovanni il Battista in linguaggio corrente non solo giornalistico si potrebbe tradurre: Jesus Christ first, prima di tante legittime pratiche religiose. Una “pratica della fede” da incoraggiare nei fedeli che frequentano la chiesa ma non solo, e un mistero di fede. Per non metterci al suo posto nella struttura ecclesiale, perché è davanti a noi per il valore salvifico, di luce e vita.

Mi piace altresì ricordare come gesuita la missione della Compagnia di Gesù oggi anche a Napoli e dintorni, per non percorrere vecchi vie: l’ultima Congregazione generale, come ha ricordato il P. Generale Arturo Sosa, ha aperto orizzonti originali alla formulazione della missione dei gesuiti (...). Un unico corpo al servizio della fede ed alla promozione della giustizia, aprendosi al dialogo con le culture e le religioni. Così sia...

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