Se Scampia scendesse dai balconi

di Domenico Pizzuti sj


Non voglio riprendere i cahiers de doléances sulle divisioni, frammentazioni, concorrenze tra Comitati, movimenti ed associazioni in occasione del flash-mob fallito a Scampia, promosso dalle Sardine napoletane per contrastare una preannunciata manifestazione della Lega con Salvini, poi ritirata. 

Questo intervento delle Sardine a Scampia è stato forse avvertito come una presenza estranea, anche per chiusure localistiche rivendicate dal Comitato di lotta per la casa in una rappresentanza esclusiva dei problemi del quartiere. E’ in questione anche la strategia comunicativa delle Sardine napoletane, non adatta alla realtà complessa e stratificata del quartiere Scampia ed alle sue varie aggregazioni storiche.

A questo proposito - da un punto di vista razionalistico - voglio suggerire una riflessione coerente alla strategia di convocazione per riempire le piazze cittadine da parte del movimento nazionale delle Sardine. La mancata partecipazione alla manifestazione indetta a Scampia non riguarda solo aderenti a Comitati, movimenti ed associazioni locali, ma a mio avviso i comuni cittadini dei vari lotti di edilizia pubblica e privata, che come è noto è difficile coinvolgere in manifestazioni collettive per una chiusura nelle proprie famiglie a difesa di una privacy isolante, a guardia di un piccolo benessere conquistato. 

Anche in occasione del Carnevale nazionale promosso dal Gridas, a cui ho sempre partecipato, gli abitanti dei diversi lotti in cui passa il corteo del Carnevale si affacciano per curiosità alle finestre ma non scendono a partecipare al corteo. In questa situazione da approfondire, prima di ulteriori interventi, riteniamo che, paradossalmente, obiettivo civico e politico non facile di un intervento delle Sardine nei confronti della popolazione del quartiere potrebbe essere proprio quello di concorrere a far scendere dai balconi i cittadini, convenire su una piazza con i propri corpi e rivendicare una esistenza e presenza unificante per una vita più umana e dignitosa. 

Non è un compito che si può realizzare da un giorno all’altro, ma occorre una strategia comunicativa adatta, che certo non è quella del citofono salviniano o dell’avviso nella buca delle lettere quando c’è.
Da questo punto di vista, può essere coinvolgente la festa preannunciata nell’Incontro nazionale per il pomeriggio del 15 marzo, che come in altre occasioni attraversi i grandi viali del quartiere ed inviti la popolazione a scendere giù dalle proprie abitazioni per fare festa insieme.

Commenti

Più letti