Di bassa Lega

di Domenico Pizzuti sj


Tre episodi non certo edificanti da parte di governatori leghisti del Nord, in riferimento all'emergenza coronavirus, meritano attenzione, dal momento che è diffusa la leggenda di buona amministrazione nei comuni e regioni sotto il comando leghista, nonostante le diffuse discriminazioni nei confronti di minoranze sul territorio.

In primis, il governatore della Lombardia Fontana, proveniente da Varese di cui era sindaco, con i nervi a fior di pelle nelle convocazioni di ministri e governatori se qualcuno solleva dubbi sulla sanità lombarda. Il contagio sembra partito da un ospedale lombardo, anche secondo specialisti. Proprio Fontana è risultato a rischio contagio da una sua assistente, e si è presentato con la mascherina prima della quarantena, irriso da tutta Italia. Forse voleva dire “sono come voi e osservo le prescrizioni sanitarie", perché il contagio non smette nella zona rossa.

In secondo luogo, il moderato governatore del Veneto Zaia immoderatamente assume fake news diffuse sui cinesi che hanno destato le rimostranze dell’ambasciata cinese, mettendo a rischio le relazioni internazionali con la Cina alle prese con il coronavirus. Al di là di una assimilazione con dicerie del popolo veneto, forse voleva buttare sui cinesi la causa di questo contagio. Successivamente il governatore del Veneto ha scritto una lunga lettera di scuse all’ambasciatore cinese in Italia: “Sono davvero dispiaciuto per quanto è accaduto”. La maldestra frase sui cinesi “mangiatopi”...

In terzo luogo, leggiamo su Huffington Post l’affermazione di un consigliere comunale di Pavia, che poi si è scusato: “Noi lombardi schifati da gente che periodicamente vive nell’immondizia (napoletani et similia)”. Non conosciamo finora le reazioni del sindaco di Napoli e dei cittadini a queste facili insinuazioni, anche se periodicamente si vedono cumuli di immondizia non raccolte in quartieri della città. A nostro avviso, per la stima dei successi economici del lombardo-veneto, non possiamo non evidenziare episodi che manifestano non solo semplificazioni della realtà, da parte di rappresentanti dei cittadini, ma anche segni di “regressione culturale” da attribuire ad un populismo di bassa lega, in regioni dominate dalla Lega e dalla ideologia populista salviniana, che certo non eleva il popolo.

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