Don Vittorio Siciliani, un prete a Scampia

In uscita sul numero di marzo-giugno (pp. 336-337) della rivista Il Tetto di Napoli.

di Domenico Pizzuti sj


Una breve testimonianza su don Vittorio Siciliani, perché nella mia seconda venuta a Scampia negli anni Duemila non ho avuto molti contatti con Lui. Più per indicare alcune piste da approfondire della sua poliedrica e dinamica figura che ha segnato la vita e la storia del quartiere Monte Rosa a Scampia, di cui è stato parroco perlomeno per quattro decenni. 

In primo luogo, mi ha colpito il tributo che dalla popolazione specialmente del rione Monte Rosa è stato tributato spontaneamente ai suoi funerali, con lenzuoli bianchi alle finestre e balconi, ed applausi al passaggio del carro funebre con il suo feretro. Qualche voce ha sussurrato che si trattava di un “santo” che era vissuto in mezzo a loro. Non presto facile ascolto a voci popolari, ma devo dire che nel caso di don Vittorio si può prestare attenzione, per l’esemplarità di una vita sacerdotale vissuta per il popolo del rione Monte Rosa e del quartiere Scampia più in generale. Un “santo” della vita quotidiana spesa per gli altri senza prodigi, se non quelli della disponibilità a tutti con tranquilla modestia e saggezza. 

In secondo luogo, dal punto di vista dello studio storico ritengo che vadano approfonditi i molteplici aspetti della sua presenza ed attività pluridecennale a Scampia, sia religiosa e pastorale, sia sociale a vantaggio delle famiglie e dei giovani. Sarebbe opportuno uno studio per una breve biografia, con la testimonianza di coloro che l’hanno meglio conosciuto per vicinanza e partecipazione alle sue molteplici iniziative, le quali hanno segnato la struttura parrocchiale e la vita del rione. Mi sovviene in particolare il ricordo delle sue azioni come moderatore - nelle diverse stagioni - con le famiglie camorristiche del rione, non solo in occasione dei funerali delle vittime di faide e lotte intestine. 

In terzo luogo, è certo da approfondire l’aspetto pastorale della sua azione sacerdotale, in una parrocchia completamente ristrutturata con una chiesa continuamente abbellita e dotata di strutture per lo sport ed il tempo libero. In particolare la sua leadership nei confronti degli altri parroci e giovani sacerdoti, che vivevano a più riprese con Lui nella parrocchia, ha contribuito non solo a formare le persone ma a modellare lo stesso stile della gestione sacramentale in senso sobrio e dignitoso anche da parte di altri parroci. E’ da mettere in rilievo uno stile sacerdotale che ha segnato la vita della parrocchia della Resurrezione ma non solo, certo disinteressato, mettendo a disposizione della popolazione i suoi talenti sociali e culturali. 

Don Vittorio Siciliani non solo ha onorato il clero napoletano nella sua scelta dalla Parrocchia dell’Ascensione a Chiaia a quella della Resurrezione a Scampia, in un quartiere popolare in costruzione, ma anche per la provenienza sociale ha riscattato una borghesia napoletana che costantemente difende rendite di posizione e non mette a disposizione della cittadinanza i suoi talenti, come don Vittorio Siciliani invece ha fatto in una vita spesa nella parrocchia di un quartiere popolare.

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