La chiesa per le norme


di Domenico Pizzuti sj


Nella mia osservazione delle vicende legate alla pandemia da coronavirus ho rilevato una ripetuta sollecitazione da parte di papa Francesco e della CEI all’osservanza sia delle norme del governo italiano sia di quelle convenute per la celebrazione delle Messe con i fedeli. 

E’ chiaro l’intento di contribuire alla salute pubblica con l’osservanza di norme anche nel caso della celebrazione pubblica delle Messe. Si può nutrire qualche dubbio per il papa Francesco che d’altra parte si è adoperato da buon Pastore con preghiere ed intercessioni per la liberazione da questo male, perché è insieme capo di uno stato estero e vescovo di Roma. 
Come il nostro grande attore Benigni bisognerebbe evocare piuttosto i dieci comandamenti o le dieci Parole dell’Antico Testamento, di cui ha mostrato in TV il significato e l’attualità secondo una appropriata esegesi. 

Certo la situazione straordinaria della pericolosa pandemia richiedeva interventi straordinari anche da parte delle autorità ecclesiastiche, e non solo i film delle Messe in streaming per accreditare una presenza nella pubblica arena dei sacerdoti e per non scomparire dalla scena. 
Per quanto riguarda la celebrazione pubblica delle Messe, ridotte di fatto a rito o pratica nello scambio dissacrante con il governo italiano, le norme concordate con le autorità senza consultare per quanto ci consta parroci e fedeli, da oggi sono messe alla prova dei volenterosi partecipanti alle Messe previste nella varie chiese delle diocesi italiane.

Questo zelo per l’osservanza di norme e regole per il contenimento del virus nel nostro paese da parte di autorità ecclesiastiche può essere ricondotto ad un’altra interpretazione più di lungo raggio. Le religioni, comprese quella cattolica e cristiana, per opporsi all’irrilevanza crescente nelle diverse società, cercano di accreditarsi con altre tematiche sociali, quali la cura e protezione del creato, la giustizia sociale di fronte a crescenti ineguaglianze ed emarginazioni, l’attenzione e la difesa degli ultimi. E nella pandemia come tutori della vita di fronte all’invisibile e pericoloso virus. Rimane a nostro avviso il compito primario della stessa religione cattolica di celebrare e richiamare “i misteri della fede” come nella celebrazione eucaristica da risvegliare.

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