La missione dei laici dopo la pandemia

di Domenico Pizzuti sj


Abbandonare un certo spiritualismo disincarnato diffuso, pago di se stesso, per sposare angosce, paure, incertezze del futuro, specialmente degli strati più fragili della popolazione. E trarre lezione dalle forme di solidarietà messe in atto nel contesto della pandemia, a favore di relazioni sociali più umane, giuste e solidali, anche per le nostre comunità, nei limiti del possibile. 

Inoltre bisogna riprendere la missione di “fede e giustizia” nei confronti delle crescenti disuguaglianze economiche, sociali, culturali, di genere, generazionali, di etnie, razze, e religioni, nazionali e globali. Non si può trascurare la partecipazione alla vita delle comunità cristiane - abbandonando clericalismo, passività, rinuncia alla responsabilità - nel senso di assunzione da parte della comunità o di suoi rappresentanti della gestione della vita della comunità stessa, nei suoi vari aspetti. 

Perché non è cosa solo del prete, ma dell’intera comunità, centro della vita cristiana come “popolo di Dio” insieme ai suoi ministri. Si tratta di riprendere la “diaconia” collettiva della comunità dei fedeli, per non essere solo passivi fruitori del sacro (non identificabile certo solo con il sacerdote), e promuovere la “pratica della fede” come proclamiamo dopo la consacrazione dell’Eucarestia. 

Un elemento strutturale da considerare riguarda, secondo gli studiosi, la divisione del “campo religioso” tra chi sa (le cose sacre) e chi non sa, tra conoscitori e non conoscitori, fonte di un potere nelle comunità dei fedeli, promuovendo da una parte una maggiore conoscenza, comprensione, attuazione della Parola di Dio e dall'altra l'accesso agli studi teologici, per un laicato colto in questo senso. 

Sul piano della comunicazione occorre riflettere sull’immagine del sacerdote "unico e solo celebrante dell’Eucarestia", veicolata in video con il vuoto del popolo di Dio, che deve riprendere la sua esistenza e presenza. Ad Maiorem Dei Gloriam, è proprio il caso di proclamare e vivere.

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