In ginocchio

di Domenico Pizzuti sj



Si sta diffondendo il gesto di inginocchiarsi per riverenza e omaggio, come nel caso della morte per opera di una polizia violenta dell’afroamericano George Floyd. Un gesto proprio della società e cultura americana che importiamo per partecipare alla condanna della violenza ingiustificata della polizia, e del razzismo sotteso ed esploso nelle manifestazioni a difesa della vita, contro le discriminazioni razziali,  in tante città degli Stati Uniti, europee, e nel nostro paese. 
Il respiro del morente è diventato anche una preghiera da parte dei cattolici americani nelle loro veglie. 

Questi gesti minimi non possono essere trapiantati tout court da altre culture, senza riflettere sul significato che assumono in un nuovo contesto, secondo gli insegnamenti dell'antropologia culturale; perché per secoli l’inginocchiarsi a divinità e rappresentanti umani ha significato rispetto ma anche sottomissione. 

Nel nostro contesto un gesto particolare è stato quello della “politica fatta con i corpi” con l’assembramento nelle piazze promosso fino all’inizio della pandemia da parte del Movimento delle Sardine; per esprimere esistenza, presenza, volontà di partecipazione in ambito politico. 
Questa volontà va ripresa per non essere solo degli assistiti da parte dello Stato, e contribuire alla formazione delle decisioni per il bene comune possibile ai vari livelli istituzionali.

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