La maternità della donna rivestita del sacerdozio

di Domenico Pizzuti sj


Che cosa apporta, o apporterebbe un giorno, una donna rivestita per grazia di Dio del sacerdozio, oltre forse ad una certa grazia femminile di fronte a tanti maschi baccalà all’altare? Riteniamo, anche alla luce di Gen 3,20 ("L’uomo chiamò sua moglie Eva perché ella fu la madre di tutti i viventi"), una maternità generativa per non ridurre il sacerdozio femminile alla sola replica di funzioni rituali e sacramentali, una sorta di clericalismo femminile non auspicabile. 

Naturalmente questa maternità generativa si realizza non solo se sposata e generatrice di figli in una famiglia, non un mero fatto biologico, ma di atteggiamenti materni e cura dei nuovi nati, che conforma la donna nelle stesse funzioni sacerdotali, doppiamente madre non solo dei figli naturali ma anche della famiglia dei fedeli. "Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava disse alla madre “Donna ecco tuo figlio”. Poi disse al discepolo “Ecco tua madre” E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé" (Gv 26-27). Giovanni l’accolse come primo membro della comunità di Gesù ed altrettanto fece Maria madre della comunità dei discepoli del Signore. La donna sacerdote a maggior ragione è doppiamente madre, dei suoi figli naturali e di quelli acquisiti nella cura della famiglia dei credenti. 

Non deve sfuggire che questa maternità generativa si realizza nell’abbraccio amoroso con il partner, un rapporto profondo che nel climax a nostro avviso apre al divino della pienezza. Si può quindi ritenere che l’apporto significativo della donna nel sacerdozio è proprio l’AMORE generante nella cura dei discepoli della comunità di Gesù, in prospettiva salvifica. Si può evincere che non si può perdere una simile ricchezza, o per dirla in linguaggio moderno “risorsa” per la comunità dei cristiani, come nella altre confessioni cristiane che hanno il sacerdozio femminile. Al di là della parità di genere, perché "E Dio creò l’uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò, maschio e femmina li creò" (Gen 1,27). La vedremo quest’alba con la donna per grazia di Dio anch’essa rivestita per servizio e cura della comunità cristiana del sacerdozio sacramentale?

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