De Luca non è Luca

di Domenico Pizzuti sj



L’ampio ventaglio di liste che sostiene la ricandidatura alla Presidenza della Regione Campania di Enzo de Luca alle prossime elezioni regionali del 20-21 settembre non è del tutto inspiegabile. Una mia amica imprenditrice dell’entroterra napoletano, acuta osservatrice dei fatti, riteneva che il Covid e la gestione della pandemia nel territorio campano è stato una fortuna per il Nostro per la ricandidatura alla Presidenza della Regione Campania, in altre circostanze con difficoltà sarebbe stato rieletto. 

Al di là dei meriti o meno nella gestione della crisi sanitaria certo De Luca non è stato uno Zaia del Mezzogiorno, perché non ha goduto dell’ampia copertura mediatica del Presidente della Regione veneta, nonostante alcuni indubbi successo dell’Istituto napoletano di malattie infettive con il prof. Ascierto non opportunamente valorizzati dalla pubblica opinione. Quasi che la crisi sanitaria, per ovvi motivi di acuta diffusione, interessasse preminentemente le regioni del Lombardo-veneto che hanno portato alla chiusura o lockdown per tutto il territorio nazionale a presidio di queste regioni.

Questo ampio ventaglio di liste che sostiene la ricandidatura di Enzo De Luca alla 
Presidenza della Regione Campania, certo come osservava la mia amica imprenditrice De Luca gode di una rendita di posizione in seguito alla gestione della crisi sanitaria nella pandemia da Covid nella regione Campania, ed al consenso che l’accompagna senza domandarsi troppo sulla gestione della Regione Campania negli ultimi quattro anni di legislatura per la mancanza di un vero dibattito in merito. Trionfa il personalismo per il riferimento preminente alla figura del Presidente opportunamente da ricandidare senza tante discussioni (Un uomo solo al comando?). Non si può a nostro avviso ignorare il peso del Centro-destra in Campania, non solo nelle aree interne, nonostante diatribe interne su alcuni candidati nelle Liste. Sarebbe un efficace contrappeso all’affermazione sia di Luca, sia dei numerosi cespugli rappresentati dalle Liste che l’accompagnano. 

Bisogna interrogarsi, al di là delle componenti demografiche che cosa rappresentano i componenti di queste liste soprattutto in riferimento al territorio, platea di interessi, appetiti vari, di organizzazioni, gruppi, associazioni, comunità, accesso ad opportunità negate, spinte dal basso da esperienze sociali, un titolo da aggiungere al biglietto da visita nell’attività professionale e sociale. Soprattutto nei territori il successo di queste liste rappresenta una modalità di affermazione sociale del signor consigliere, del signor Assessore nella giunta regionale, e così via, per un accesso difficile ad alternative economiche e sociali non alla portata di tutti.

Non si tratta di un gioco al lotto per guadagnare risorse e considerazione sociale. Va ripetuto che non è una riffa, ma l’accesso ad un ruolo politico nella gestione della Regione Campania, con responsabilità e competenza con per altri incarichi istituzionali.

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