Le parole di Viviana

di Domenico Pizzuti sj



Sul triste ritrovamento del corpo devastato di Viviana Parisi dopo quattro giorni di ricerca nei boschi di Caronia, e del piccolo Gioele di quattro anni scomparso con la madre, qualche concittadino, scioccato dalla tragica morte, ha chiosato: “La verità di questa scomparsa e tragica morte l’ha portata con sé”. Questo rilievo non può costituire la rinuncia al tentativo di capire, specialmente da parte di coloro che le erano più vicini, sulla base di acclarate informazioni. 

Riteniamo che alcuni elementi di comprensione si ritrovino nei messaggi dei due coniugi, quello ultimo su Facebook di Viviana e gli appelli del marito Daniele Mondello. Scrive Viviana: "Io che... poi due anni fa mi sono totalmente e completamente del tutto ancora più estraniata, allontanata, chiusa in un bunker precisamente e vi dirò cari amici che state qui in parte a leggere le mie emozioni... è come se avessi incontrato la matrigna cattiva e fossi scappata nel bosco, nascondendomi dal mondo. La musica? La musica e tutto ciò che facevo è diventata malvagia, mi ha 'perseguitata', mi ha rinchiuso in una bara di 'cristallo'. Ho cercato di difendermi, ho cercato di proteggere me e il mio piccolo ma alla fine è stato il mio cucciolo a darmi il TEMPO e a cliccare il tasto PLAY, a ridarmi il " RITMO" pian piano...". 

L’appello del marito angosciato suona così: “Cara Viviana ascoltami bene: torna a casa, hai fatto solo un piccolo incidente. Non ti succederà niente né a te né al bambino, ti aspettiamo a braccia aperte”. 

Rimane poco comprensibile come il marito e familiari vicini non si siano accorti di questa estraneazione e chiusura, come in una bara di cristallo. Cosa veramente nasconde l’appello del marito: “Non ti succederà niente né a te né al bambino”? Viviana aveva sofferto della sua lontananza dalla famiglia di origine a Torino. “Era stata male - hanno detto i suoi familiari - nei giorni scorsi. Era terrorizzata, angosciata per sé, Gioele e Daniele”. Un mio confratello vicentino qualche anno fa a Scampia, riferendosi alle famiglie dei lotti di edilizia popolare, riconosceva: “Che cosa veramente conosciamo di quello che accade all’interno delle famiglie?”. 

Non si tratta di assolversi per indifferenza e mancata comprensione davanti ad una granita, come il concittadino prima citato. Ci sono elementi che abbiamo riportato che sollevano il velo del mistero e non riguardano tanto o solo Viviana e le sue sofferenze manifestate, quanto la mancata comprensione ed attivazione per curare il suo stato di sofferenza da parte di familiari e concittadini. Per evitare il rischio di buttare la colpa solo sulla persona malata, oltre la triste morte, non interrogandosi su ciò che è avvenuto o non è avvenuto mentre era viva, inghiottita dalla quotidianità come Viviana anche scriveva. 

Lo dobbiamo ad una madre angosciata e sofferente, entrata nel Regno misterioso della Luce.

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