Caivano, fratello contro sorella: le dinamiche culturali

di Domenico Pizzuti sj



Il triste episodio di Caivano nel napoletano (Parco Verde) con un fratello che sperona la sorella in scooter perché “infetta” per una relazione con un trans di cui si era innamorata, è insieme una sorta di tragedia greca per l’intensità delle relazioni che coinvolge, ed un richiamo biblico alla storia di Caino e Abele. Una mano che si leva contro una sorella di cui non si accetta la relazione malsana.

Occorre evitare la curiosità pruriginosa, l’indignazione facile dei piani alti di Napoli di chi non ha mai incrociato i problemi delle periferie metropolitane, e la formulazione di giudizi su carnefici e vittime fondata su pregiudizi e sull’ultima pagina di giornale che si è letto comodamente. Si richiede uno sforzo di comprensione basato su un’accurata conoscenza dei fatti e sulle loro dinamiche, perché sono situazioni fuori porta che ci interrogano. 

In primo luogo, senza entrare nella cronaca ma anche non prescindendo da essa, a nostro avviso il gesto del fratello di Paola è un atto censurabile di carattere “famigliare”, perché è covato nell’intimo della famiglia di Paola e delle famiglie circostanti,  appartenenti ad una subcultura popolare, che nei discorsi e commenti non approvava e facilmente giudicava la relazione di Paola con un trans perché non secondo i canoni tradizionali. Ed ha portato in un gesto estremo intenzionale o preterintenzionale alla eliminazione della vittima, secondo dinamiche da appurare dalla Magistratura. 

Bisogna avvertire che in queste dinamiche familiari era sotteso un “codice binario” (bianco o nero) anche nelle relazioni sessuali, “maschio o femmina” secondo una tradizione culturale, anche religiosa, chiusa ad ulteriori conformazioni e preferenze sessuali della modernità, che non era giunta ancora al “Parco Verde” di Caivano. 
Si tratta di stratificazioni culturali persistenti, in una comunità di persone chiusa per sopravvivenza a novità riguardanti non solo le preferenze e le relazioni sessuali. La diversità non è ammessa e l’ambiguità sessuale fa paura perché si riferisce ad un regno non conosciuto, da cui stare lontano.

In secondo luogo, anche secondo il codice binario, bisogna riflettere sull’affermazione del fratello di Paola che la sorella era “infetta” per questa relazione con un trans, e coinvolge la dinamica di “puro” ed “impuro” nelle relazioni sessuali, a giustificazione della non accettazione. In tal senso le relazioni sessuali sono incatenate alle identità sessuali “femminile” o “maschile”. Soprattutto nei discorsi familiari, di cui sopra, al di là di altre spiegazioni era in pericolo l’identità sessuale femminile delle donne dominanti, nella famiglia e nell’ambiente. 

Infine, a nostro avviso, occorre evitare le interpretazioni tendenti a screditare le vittime, singoli, famiglie, comunità di persone del Parco Verde di Caivano, per la loro arretratezza culturale e modo di concepire le relazioni sessuali secondo “codici binari” chiusi ad ulteriori preferenze; ed attribuire loro la condizione sociale e culturale in cui vivono. E’ facile affermare che "queste comunità non hanno futuro", e che lo Stato le ha isolate. Vorremmo sapere che cosa i Comuni interessati hanno fatto per queste situazioni, perché i Comuni sono lo Stato più vicino.

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