Campania, Napoli, periferie ed elezioni

di Domenico Pizzuti sj



Con la presentazione delle liste di candidati al Consiglio regionale il 20 agosto per le imminenti elezioni regionali del 20-21 settembre, è cominciata la partita per un seggio nel Consiglio regionale che ormai si gioca su Facebook per non dire i social media e così via. 

Nello stesso tempo si comincia ad allungare l’attenzione alle elezioni della primavera 2021 per il Comune napoletano, per l’amministrazione di questa grande area cittadina - che a nostro avviso appare stanca, sonnolenta, frammentata, se non immobile sotto questo profilo, anche se ricca di arte, cultura, paesaggi - e il governatore De Luca ha già manifestato l’intenzione di voler essere della partita dichiarando di aver pronti dieci progetti per la città di Napoli in particolare per la gestione da parte della regione dei parchi pubblici della città e rilanciando la proposta di una società unica per i trasporti metropolitani.

Ci si può domandare a chi giova scoprire fin d’ora le carte elettorali, certo a De Luca che manifesta in questo modo l’intenzione di non voler essere estraneo alla designazione del nuovo sindaco e del consiglio comunale. Non vorremmo che in occasione delle elezioni comunali sotto l’egida di De Luca si riproduca la situazione per il governatore uscente, di ampia mobilità elettorale, con un accrocchio di liste e candidati espressione di blocchi di potere ed interessi e la transumanza con disinvoltura di candidati dalle appartenenze originarie, potenti acchiappa-voti ben accetti nelle diverse liste a favore del Governatore della Campania.

Al di là delle diverse progettualità per la prossima amministrazione comunale riguardanti il territorio napoletano, ci interessa riportare all'attenzione della pubblica opinione e degli aspiranti a seggi nella amministrazione comunale, il tema delle condizioni e del peso non solo demografico delle diverse periferie napoletane. Ci ispira una dichiarazione del Senatore Renzo Piano al senato il 28 novembre 2019 con il suo team 124 per le periferie italiane: "Amo i centri delle città, ci mancherebbe, però la vera sfida del futuro è nelle periferie. Le periferie sono fabbriche di desideri, di aspirazioni e poi nelle periferie abita l'80, il 90 per cento delle persone che vivono in città. Questa parola è sempre accompagnata da un aggettivo denigratorio, sono: lontane, tristi, abbandonate. Ma non è mica vero: quando ci lavori scopri che sono piene di energia e non solo, anche di bellezza". 

C’è tutta una corona di periferie alla città napoletana, come é noto, non ignorando al Centro il lungo corridoio che dai quartieri spagnoli conduce alla Sanità, ad ovest il Rione Traiano e Monte Ruscello, a Nord il quartiere Scampia con un aggregazione umana che comprende Secondigliano, Miano e così via, ad Est la conurbazione di Ponticelli e dintorni con gli scatoloni di cemento di edilizia popolare, poco raccordati per la mobilità al Centro.

Sulle condizioni sociali degli abitanti delle periferie, merita attenzione un aspetto di grande peso e diffusione riguardante le donne assenti dal mercato del lavoro. Avverte la sociologa Enrica Morlicchio in una densa analisi del quartiere Scampia: "E’ sociologicamente e politicamente fuorviante non prendere in considerazione i processi di de-professionalizzazione, sottosalario e di pressocché totale esclusione delle donne a basso titolo di studio dal mercato del lavoro. Tali processi rappresentano un terreno di analisi assai scomodo perché in esso maggiormente germogliano interpretazioni tendenti a screditare le vittime e ad attribuire loro la colpa della condizione in cui vivono" (Periferia. I volti di Scampia. in Napoli. Persone,spazi, pratiche di innovazione. A cura di E.Ammaturo e A.M. Zaccaria, Rubettino, 2019, p. 52.). 

Chi prende in considerazione questi processi di esclusione dal mercato del lavoro con politiche sociali e del lavoro attive tendenti a superare e/o mitigare queste condizioni delle donne nelle diverse periferie cittadine.

Commenti

Più letti