Migranti, che facciamo in Sicilia?

di Domenico Pizzuti sj



Ad una più matura riflessione occorre ritornare su gli episodi siciliani riguardanti la problematica calda dei migranti a Lampedusa e sulle coste della Sicilia, perché contengono messaggi impliciti o più chiaramente espliciti da parte sia del Presidente dell Regione Sicilia, sia del sindaco di Lampedusa, con una domanda su gli orientamenti delle popolazioni siciliane più o meno recepiti. 

In primo luogo, le esternazioni del sindaco di Lampedusa che si lamenta per l’abbandono da parte dello stato nei confronti della c.d. “emergenza migranti” che tale non è e per la richiesta di aiuti economici. Giusi Nicolini, ex sindaco di Lampedusa, esponente Pd porta dati: "Quando c'ero io accoglievo il quadruplo di migranti. Il governo ha perso tempo a parlare di discoteche e non c'è un piano straordinario per gli sbarchi. Vanno rifatti i soccorsi in mare e aggregate le navi delle Ong", “Manca una decisione politica del Governo sui migranti perché l’emergenza non è Lampedusa, ma tutto il Mediterraneo”. Inoltre fa presente: quando ero sindaco di Lampedusa ho capito “che le emergenze sono molto apprezzate dalle clientele. Il Comune lì oggi non avanza proposte che tendono a risolvere il problema, ma segue la logica di chi si nutre del clima di odio e del coltivare l’emergenza. Ricordiamoci che le emergenze portano soldi anche ai privati”. Su questi rilievi le domande si affollano: chi realmente rappresenta il sindaco di Lampedusa (pescatori, commercianti, artigiani), non certo i poveri migranti, quale è il suo disegno non solo per la questione migranti, ma più in generale “politica” riguardante la sua posizione nel centro-destra.

In secondo luogo, al di là di una ordinanza fasulla del Presidente della Regione Sicilia sullo svuotamento dei centri di accoglienza dei migranti per motivi di sanità pubblica, ma l’intento ed il disegno è esplicito come abbiamo già documentato: “Con un’ordinanza pubblicata 22 notte agosto su Facebook il Presidente della Regione siciliana Musumeci intimava: "Entro le ore 24 del 24 agosto 2020 - si legge nell’ordinanza di Musumeci - tutti i migranti presenti negli hotspot ed in ogni centro di accoglienza devono essere improrogabilmente trasferiti e/o ricollocati in altre strutture fuori dal territorio della Regione siciliana, non essendo allo stato possibile garantire la permanenza nell’isola nel rispetto delle misure sanitarie di prevenzione del contagio". Il provvedimento prevede anche il “divieto di ingresso, transito e sosta nel territorio della Regione siciliana da parte di ogni migrante che raggiunga le coste siciliane con imbarcazioni di grandi e piccole dimensioni, comprese quelle delle ong”. Una decisione adottata al di tutelare e garantire la salute e l’incolumità pubblica, in mancanza di strutture idonee di accoglienza”. 

Al di là del valore legale del provvedimento, sollecitamente contestato dal Viminale per motivi di competenza, , le espressioni verbali dell’ordinanza sono chiare, cioè un intento di esclusione dall’isola dei migranti in centri di accoglienza ed il divieto di ingresso di migranti che raggiungessero le coste siciliane, che neanche un governatore leghista proporrebbe. Il Presidente Musumeci ha sentito in proposito l’Assemblea siciliana, e gli operatori dei centri di accoglienza che cosa hanno evidenziato in merito alle condizioni riguardanti la sanità personale dei migranti e il pericolo per la sanità pubblica. 
Allora a che gioco giochiamo per proporre questa ordinanza, se conosceva che la materia dei migranti spetta al governo centrale, c’è quasi un aspetto pirandelliano perché il provvedimento ha altri intenti di ri-posizionamento nel centro-destra secondo le tematiche salviniane sull’esclusione dei migranti dal suolo italiano propagandate nelle diverse regioni italiane. 

Il provvedimento del Presidente Musumeci, a nostra conoscenza non ha avuto reazioni considerevoli forse per il periodo vacanziero, tranne alcune dichiarazioni della Caritas di Palermo ed altre città isolane. Allora la domanda che ci poniamo: che ne pensano le popolazioni siciliane in proposito, che hanno tradizioni millenarie di accoglienza in riferimento alla mobilità di popolazioni, etnie e culture del Mediterraneo nell’isola.

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