"Cacicco" De Luca

di Domenico Pizzuti sj



Mi sta "diventando antipatico" il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca non solo per il suo linguaggio, ma soprattutto per il suo stile, metodo, e politica per affrontare l’impennata della pandemia da Covid-19 come un “uomo solo al comando” e presidiare dalla Presidenza la diffusione dei contagi ed i relativi provvedimenti. Non piacciono i suoi diktat ripetuti “chiudo tutto, anche la Regione", che i commercianti hanno accolto per esempio come forme di terrorismo che penalizzano le attività produttive, o sembrano minacce a produttori e cittadini che dal canto loro affollano non sempre responsabilmente metro, bus e movide, e quindi rischia di sparare a salve. 

Percepisco da cittadino attivo ed aggiornato una sorta di nebbia intorno a questa situazione,  che va chiarita e dissipata per non essere solo nelle mani di De Luca, che deve correre a Roma da Speranza ed Arcuri per disporre di medici ed infermieri volontari per le cure ai cittadini in isolamento domiciliare. Come è noto delle tre strutture Covid-19 previste in province della Campania, solo quella di Napoli è pienamente attiva, le altre due sono in completamento.

A nostro avviso, il problema riguarda chiaramente la conoscenza e trasparenza delle decisioni per contenere la diffusione dei contagi e garantire la salute dei cittadini, e quindi la diffusione di informazioni dettagliate sulla diffusione del contagio nell’area metropolitana napoletana. Vorremmo per esempio conoscere la composizione e le funzioni del Comitato Tecnico Scientifico che affianca le decisioni del Presidente della Regione, a questo scopo sarebbe opportuno istituire, come nella prima fase della pandemia con le conferenze stampa della Protezione civile nazionale, anche per la nostra regione a determinate scadenze conferenze stampa con tutti gli interessati non solo scientifici, della protezione civile, dei decisori regionali e così via. 

Ci ha stupito che anche nel pubblico dibattito regionale e nazionale dei media non siano state coinvolte finora a sufficienza le eccellenze mediche della sanità napoletana e campana, come per esempio in altre regioni d’Italia. Di che cosa si ha paura, di rendere pubbliche informazioni dettagliate, misure e decisioni che interessano tutti i cittadini. Questa esigenza di conoscenza particolareggiata della diffusione del contagio nel Comune cittadino e nell’area metropolitana, non riguarda solo il Sindaco del nostro Comune che ha dovuto richiederla con apposita lettera per opportuni provvedimenti di competenza comunale, ma tutti i cittadini. 

Un’altro aspetto non secondario di questa situazione, a nostro avviso, è l’ accondiscendenza alle ordinanze "deluchiane" da parte della società napoletana e regionale, che avendo rieletto con i due terzi dei votanti De Luca Presidente, non si perita di discuterle se non da parte dei diretti interessati delle attività produttive. Forse c’è ancora il traino di fiducia della prima fase della pandemia e quindi ci si affida alle decisioni del Nostro, perché provvedere alla salute pubblica spetta ad altri, ai decisori pubblici. Fondamentale è allora il compito informativo e di indagine da parte dei media napoletani e regionali. 

Non si tratta solo di arroganza da parte del Presidente della Regione, che richiama i “cacicchi” di dalemiana memoria se non una sorta di paternalismo borbonico, ma a nostro avviso di una concezione della gestione dell’autorità, che non è quella di una democrazia trasparente e partecipativa,  ma di un uomo solo al comando a Santa Lucia. Su questo è chiamata ad intervenire l’intellettualità non solo accademica o delle professioni, ma anche delle associazioni e delle aggregazioni dei cittadini, dei rappresentanti delle attività produttive, per contribuire a garantire la salute pubblica.

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