Cercasi voci dalla sanità in Campania

di Domenico Pizzuti sj


Le vicende della sanità napoletana e campana sono dominate da drastiche decisioni per la drammatica situazione del contagio, e dalle affabulazioni su Facebook del Presidente della Regione Enzo De Luca, che inaspettatamente ma non tanto nel weekend a Napoli e Salerno è stato oggetto di contestazioni e proteste legittime di stakeholders, cioè portatori di interesse come commercianti e ristoratori, penalizzati nelle loro attività economiche dalle recenti misure restrittive; da non confondere con infiltrazioni delinquenziali volte a creare il caos. 


Tutto ciò solleva una domanda: chi parla nella pubblica arena dei problemi sanitari della nostra città e della Campania al di là di un “uomo solo al comando” che qualche concessione ha dovuto fare a queste richieste di piazza? Sui media, in particolare la trasmissione “Otto e mezzo”, vediamo ed ascoltiamo spesso l’infettologo milanese Prof. Massimo Galli con le sue meditate e ponderate risposte sui problemi della diffusione del virus, e ci domandiamo perché non interloquiscano anche le nostre eccellenze sanitarie, con le loro conoscenze ed esperienze di qualità come contributo alla pubblica discussione.

Inoltre, al di là dei dati scarni dell’Unità di crisi della Regione e delle asserzioni solitarie ed autoritarie del Presidente De Luca, non interloquiscono nella pubblica arena per più puntuali conoscenze le esperienze delle eccellenze sanitarie della sanità pubblica e privata, Dirigenti delle Asl ed altri esperti, forse perchè non sempre coinvolti in decisioni della Presidenza. E d’altra parte anche i rumors di commercianti ed imprenditori sotto Palazzo Santa Lucia fanno pensare che non sempre sono ascoltate le richieste di loro rappresentanti, per mostrare il volto deciso e duro del Nostro nel fronteggiare le impennate della diffusione del virus, anche se questo stile mostra qualche scricchiolio per l’esplodere del disagio sociale di imprenditori e cittadini che forse è stato sottovalutato per le conseguenze della diffusione del virus su attività imprese e famiglie.

Questa assenza e silenzio nella pubblica discussione di responsabili della sanità pubblica e privata, induce a riflettere su un comportamento delle élites professionali nostrane non solo sanitarie che sulla scia degli insegnamenti del noto sociologo tedesco Max Weber si può ascrivere ad una “concezione patrimoniale” non solo della proprietà immobiliari ma anche in questo caso delle professioni chiuse in sè stesse e paghe del lavoro svolto che non interloquiscono nel pubblico discorso anche per poca familiarità con il mondo della comunicazione. Che non sia il caso da parte dei media non solo locali di sollecitare e dare voce alle conoscenze ed esperienze di questi responsabili sanitari pubblici e privati per portare il loro contributo a meditate risposte e decisioni alla diffusione del Covid-19 nella pubblica arena.

Cioè a farsi “soggetti sociali” almeno in questa circostanza.

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