Campania, scontro di numeri o di potere?

di Domenico Pizzuti sj


Le invettive contro tutto e tutti da parte del Presidente della Regione Campania, che forse si considera un viceré nella Repubblica italiana, a seguito dell'inclusione nella “zona rossa”, sono sintomo non tanto del carattere del personaggio ma, a nostro avviso, dello scontro politico in atto dopo la rielezione di De Luca a Presidente della nostra Regione. 

Infatti in queste ultime due/tre settimane lo scontro tra governo nazionale e Regione Campania non verte tanto sui numeri e la loro corrispondenza alla realtà ma sul potere nelle mani del Presidente De Luca e l’interpretazione data dal Nostro a Palazzo santa Lucia. In seguito alla sua rielezione a settembre scorso con una maggioranza bulgara, per l’abile gestione della prima fase della pandemia che lo incoronava, non solo si manifestava il consenso diffuso dei cittadini drenato mediante una rete di liste di partiti, partitini, associazioni e gruppi vari, ma dava luogo ad un grumo di potere di un uomo solo al comando, che incautamente si dichiara né di destra né di sinistra, ritenendosi al sicuro in seguito al successo elettorale. 

Su questo accrocchio di potere, che abbiamo più volte denunciato - e che forse appariva anodino a qualcuno e sganciato da partiti ed istituzioni nazionali, per quanto consta -, da parte delle autorità nazionali deputate alla gestione della pandemia è stata messa “la mano nella marmellata”, in seguito all’affanno e criticità della sanità napoletana e campana per la pressione dei cittadini su di essa, evidenziata da alcuni media. 

L’invio dei Nas e dei carabinieri, e poi degli ispettori del Ministero in ospedali della città di Napoli (Cardarelli, Cotugno, Loreto mare),  che affronta specie ai Pronto soccorso la pressione dei colpiti da Covid-19, nasce per rendersi conto della corrispondenza dei numeri ai posti-letto reali e dell’adeguatezza del personale sanitario, con un primo report sulle criticità rilevata negli ospedali sotto osservazione. Non è un esplicito commissariamento ma una verifica e controllo in loco - non attraverso i numeri dell’Unità di crisi, che riguardavano il dominio Delucano della sanità napoletana e campana messa allo scoperto di fronte all’opinione pubblica.

Ultimamente poi interveniva la definizione da parte del Ministero della salute dell’intera Campania come “zona rossa”, sottraendo misure di restrizione come “zone rosse” locali sia dalle mani del Presidente della Regione, sia del sindaco della città di Napoli, il che ha condotto ad invettive fuori competenza e decoro istituzionale del De Luca contro il governo nazionale, in cui si manifesta la differenza di stile rispetto ad altri Presidenti regionali (Toscana, Friuli Venezia Giulia) che pur si sono lamentati della inserzione delle loro regioni nelle fasce definite dal Ministero. Anche se rimane da verificare, come in questa vicenda, l’ambito delle competenze delle regioni e del governo nazionale secondo norme costituzionali da rivedere. 

Da questo punto di vista, a nostro avviso, lo stile e l’eloquio del De Luca si caratterizza come “populismo mediatico” via Facebook, senza il fair play a suo tempo di Berlusconi con le televisioni, con un’impronta dalla provenienza salernitana e campana del Governatore.

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