Il consenso al Presidente di una società sonnolenta

di Domenico Pizzuti sj


Dopo l’elezione per il governo regionale dello scorso settembre 2020, al di là dei report di organi stampa sullo stato della sanità campana, occorre verificare il consenso che effettivamente riscuote il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca - per non farsi “abbabbiare” si direbbe dalle esternazioni irrituali e irritanti dello stesso Presidente troneggiante a palazzo Santa Lucia - da parte di una società napoletana sonnolenta. 

L’ordinanza del 19 dicembre del De luca che protraeva la classificazione della Regione Campania come “zona arancione” con le previste restrizioni fino al 23 dicembre, ha scatenato di nuovo le proteste di ristoratori e commercianti assemblati sul lungomare per il danno subito da un’ordinanza dalla sera alla mattina, in contrasto con quella nazionale, che stabiliva la Regione Campania come “zona gialla”, avendo i ristoratori provveduto alle provviste necessarie per l’apertura di bar e ristoranti nella prevista zona gialla. 

Già agli inizi di novembre ristoratori, commercianti e cittadini avevano protestato dal lungomare fino al Palazzo Santa Lucia con un corteo funebre per la morte del commercio per le restrizioni nazionali e regionali alle loro attività. Insieme alle madri invocanti a più riprese l’apertura delle scuole, queste proteste di ceti produttivi della ristorazione e del commercio largamente diffusi che sostengono un’economia dei servizi certamente intaccano il consenso al Presidente della Regione Campania, che nella seconda fase della pandemia appare governare dal suo scranno lontano dai cittadini, alle prese con problemi di lavoro e reddito immediati e futuri. 

La risposta del Presidente a quanto ci consta ha mantenuto l’ordinanza, invocando ampi ristori nazionali e regionali per le attività danneggiate dalle restrizioni imposte. Giustamente è stato rilevato che non si governano i cittadini come sudditi. Ne bisogna facilmente archiviare incidenti di percorso della sanità campana, che ha comportato l’invio di ispezioni da parte del Ministero della Salute nei principali ospedali della città di Napoli, che sono sotto la pressione della popolazione.

A questa verifica del consenso al nostro Presidente De Luca, a nostro avviso occorre aggiungere un dato quantitativo più sostanziale facilmente obliato: se ben ricordiamo alle elezioni regionali il Presidente De Luca ha ottenuto il consenso del 69,48 % dei votanti, pari al 54,56% degli elettori, che evidenzia la larga astensione dei cittadini campani nei confronti dell’istituto regionale - pari al 45.54% - che evidentemente non si affidano alla protezione del De Luca, ma forse ironicamente, secondo lo stesso Presidente, alla “Madonna di Pompei” (sic !)

A nostro avviso rimane il problema, in questa assorbente e subdola pandemia globale, di una società napoletana sonnolenta che poco dibatte il suoi problemi, se non da quei pochi accademici e cittadini sulle pagine dei giornali locali.

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