Renzi giocoliere

di Domenico Pizzuti sj


All’uscita dal colloquio con il Presidente della Repubblica con la delegazione di Italia Viva nel giro di consultazioni per la crisi di governo, Matteo Renzi ha inscenato un autentico show a beneficio dei giornalisti presenti e degli attori politici. Sono stato preso dal suo discorrere in autentico italiano dal fiorentino che è, in cui la velocità del pensiero precorreva quella delle parole dalla bocca, con questo suo eloquio dava dei punti ad altri propagandisti politici, come il lombardo Matteo Salvini ed il campano Enzo De Luca. Un giocoliere delle parole se si vuole nutrito di argomentazioni accattivanti per ritrovare posto nella maggioranza di governo (Ditemi se mi volete, o rivolete) oggetto finora di critiche mirate al governo in tematiche strategiche delle emergenze sanitarie, economiche e educative.

A nostro avviso, più di altre parole, questa inaspettata spiegazione alla stampa e TV delle sue ragioni di una crisi per tanti cittadini poco comprensibili in una situazione pandemica, era la risposta alle ragioni di una crisi di governo che lo poneva al centro dell’attenzione mediatica come un attore primario in questa crisi al di là del 2-3% delle previsioni elettorali per Iv.

Quindi usando un latinorum efficace, un’operazione di palazzo “pro domo sua”, che non solo lo poneva al centro dell’attenzione pubblica per qualche settimana, ma avvalorava suoi progetti (essere nominato segretario della Nato) ma anche le sue fortune per le conferenze all’estero le cui remunerazioni si elevavano, come quella a Riad sull’Italia nel Rinascimento per un regime autoritario che non rispetta i diritti umani di cittadini e lavoratori.

Rimane l’interrogativo se tutto questo sia per un eletto nel senato della Repubblica per il bene della Repubblica italiana in queste drammatiche emergenze non solo sanitarie. Perciò questa presentazione per la stampa e la Tv delle sue ragioni politiche è una pubblica risposta alle domanda riguardante i progetti di Matteo Renzi che vuol rispolverare la sua immagine con questa operazione che rimane di “palazzo” ma lo rilancia come attore politico del momento.

In una originale lettera alla Costituzione italiana l’arcivescovo di Bologna, Cardinale Zuppi tra l’altro avverte:
«Quando penso – aggiunge il cardinale rivolgendosi alla Carta – a come ti hanno voluta, mi commuovo, perché i padri costituenti sono stati proprio bravi! Erano diversissimi, avversari, con idee molto distanti, eppure si misero d’accordo su quello che conta e su cui tutti - tutti - volevano costruire il nostro Paese».

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