Cronache dalle migrazioni

di Domenico Pizzuti sj


Il volume di Angela Caponnetto, inviata da Rainews24 per documentare il fenomeno delle migrazioni, Attraverso i tuoi occhi. Cronache dalle migrazioni, Piemme, Milano 2020, pp.303, "è stato scritto per ricomporre il mosaico di informazioni raccolte in anni di lavoro sul campo. Con le relative e necessarie verifiche, le persone incontrate durante questo lungo percorso sono diventate soggetti portanti nella ricostruzione della storia delle migrazioni attraverso il Mediterraneo che ha caratterizzato gli anni dopo il 2013" (p. 281).

La spinta a questa ricostruzione delle esperienze vissute e documentate con decine di reportage è nata anche dall’esigenza di raccontare questo fenomeno con gli occhi puntati sui soggetti delle migrazioni con empatia ma senza pietismo, più che sui freddi numeri. Nel momento in cui ho deciso di dover andare oltre la narrazione stereotipata delle migrazioni e cercare di capire cosa le spinge, rileva l’A., "e cosa succede dopo a chi riesce ad arrivare a destinazione, in quel momento mi sono ritrovata “dentro la notizia”. Quasi senza accorgermene ero diventata parte della storia che stavo riportando, rimanendo pur sempre voce narrante". (p. 9).

Secondo l’A. l’unica cosa da fare per riportare la storia delle migrazioni nel suo percorso è andare dove le cose accadono, osservare, ascoltare, riprendere e riferire. Solo raccogliendo le storie dei soggetti delle migrazioni si può può farsi un’idea di una parte del mondo migrante. Parlare con loro, con i migranti, rifugiati, richiedenti asilo, mostrarli, renderli visibili, è la chiave per spiegare le migrazioni. Cercare di capire chi sono e perchè sono partite è dovere di un cronista. Essere nei luoghi dove le cose accadono, raccontare le storie ascoltando i protagonisti è la chiave che rende la narrazione delle migrazioni diversa, unica, ed allo stesso tempo utile e necessaria. Cercare di capire che dietro ogni persona soccorsa in mare che scende sulla banchina di un porto c’è un pezzo di una storia dei popoli in movimento.

"Solo attraverso il lavoro continuo di documentazione di giornalisti che hanno viaggiato a fianco dei migranti è stato possibile risalire a molti eventi della storia delle migrazioni di questi ultimi anni" (p. 12). Centinaia di migliaia di persone continuavano intanto ad attraversare il mare. Popoli in fuga mentre altri popoli che dovevano accoglierli cominciavano a chiudersi anche a causa di chi ne condizionava la percezione facendo informazione.

La comparsa della malattia causata dal Covid-19 che con la sua virulenza metteva a rischio interi continenti costringeva i popoli a chiudersi di più dentro i loro confini. Prigionieri dentro le loro case i cittadini italiani si chiudevano di più allo straniero. Alla fine di marzo sono scomparse dai principali media italiani, e la Caponnetto continuava a pubblicare quello che le arrivava da sue fonti sparse sul territorio, convinta che le notizie che possono essere utili alla tutela della vita umana non debbano in alcun modo essere oscurate. E’ diventata una priorità da quando ha deciso di lavorare vivendo in prima persona con l’obiettività del cronista, seguendo alcuni dei percorsi fatti dai migranti, dai soccorritori, da chi li accoglie. "L’ho fatto per capire io per prima come si svolgevano i fatti troppo spesso manipolati da chi, attraverso una narrazione distorta del fenomeno migratorio, traeva vantaggi di vario tipo" (pp. 11-12).

Questa cronaca, o storia affascinante nella sua crudezza, si svolge lungo otto capitoli che documentano le diverse missioni della giornalista su navi militari o umanitarie negli anni 2015-2019 come inviata di Rainews24 in cui ha seguito il fenomeno dei flussi migratori, soprattutto attraverso il Mediterraneo, di uomini, donne, bambini che decidono di mettersi in viaggio per approdare in Europa, e chi fugge ha un solo obiettivo sopravvivere. Questo reportage è una documentazione della storia delle migrazioni riguardante il mare Mediterraneo e una missione in Africa con mente e cuore, che guarda ai soggetti e non al numero, cioè negli occhi di migranti, rifugiati, richiedenti asilo. Il libro non arriva ad una fine, "perchè il percorso delle migrazioni è lungo e, forse senza fine".

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