Il corteo per Ugo Russo nei Quartieri spagnoli

di Domenico Pizzuti sj

Un insolito corteo sabato 27 febbraio è stato promosso dalla famiglia del quindicenne Ugo Russo e dagli amici del rione, per il ragazzo ucciso un anno fa da un carabiniere fuori servizio durante un incauto tentativo di rapina in via Orsini. Il corteo si è mosso dai Quartieri spagnoli al luogo dell’accaduto.

Al di là della pietà per una giovane vita spezzata e della pura cronaca, questo corteo popolare merita ulteriori considerazioni per i significati che riveste sotto un profilo antropologico se non umano, per una ferita che non si rimargina.

Lo striscione che apriva il corteo di circa 300 persone recitava “Verità e giustizia per Ugo. Salviamo il murale”. Secondo il padre di Ugo Russo: "Oggi chiediamo verità e giustizia per mio figlio, perché dopo un anno non sappiamo niente, neanche il risultato dell'autopsia. Oggi il murale non c’entra, c’entra la vita di Ugo Russo spezzata a 15 anni. Dopo vorrei fare un’associazione per aiutare i giovani di Napoli”.

Al di là dell’elaborazione o meno del lutto da parte della famiglia e del rione, che comprendiamo per umanissime ragioni, occorre riflettere su questa aggregazione popolare e celebrazione del lutto che si è espressa tra l’altro con un murale ed un altarino con la foto del giovane ucciso, certo da non rimuovere, a nostro avviso, finchè almeno non c’è una pronunciamento della Magistratura sull’accaduto.

Emerge la centralità e il peso dei legami familiari, dei legami di sangue, che sono affermati con foto di Ugo Russo, portate in alto dai partecipanti per non dimenticare ed esibite ai passanti. Ma c’è qualcosa di più in questa aggregazione popolare solidale con Ugo e la sua famiglia, non solo una condivisione di affetti, emozioni e sentimenti per questa tragica fine, ma altresì di giudizi, valutazioni, se non giustificazioni degli avvenimenti che configura una sorta di “subcultura popolare” di questi quartieri a poca distanza da via Toledo, che si unisce alla voglia di portare all’attenzione della città e delle sue istituzioni la loro richiesta di giustizia e verità sull’accaduto.

Ci si può interrogare se le istituzioni giudiziarie preposte sapranno rispondere sollecitamente a questa richiesta, anche perchè dal nostro buen retiro viene da chiedersi che cosa è stato dato alle popolazioni ed in particolare ai giovani dei Quartieri spagnoli e delle periferie centrali e periferiche, per non passare oltre come i sacerdoti ed i leviti dell’Antico Testamento di fronte al malcapitato ferito abbandonato sulla strada per la città di Gerusalemme.

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