Salvini al Governo e nelle strade

di Domenico Pizzuti sj

Matteo Salvini, piazzati gli esponenti della Lega nel Governo Draghi, ministri, vice-ministri, sottosegretari per rappresentare gli interessi ed i programmi della Lega (Matteo Salvini Presidente, come si legge nei manifesti della Lega), una volta uscito dai Palazzi del potere o dalle aule parlamentari nelle strade per non smentirsi riprende il suo noto ruolo di agitatore con affermazioni assertive e direttive di una propaganda che non ha termine per rispondere alle attese della “pancia” dei suoi elettori e seguaci nel paese. Ed allora attacca questo o quello da rimuovere, ed indica obiettivi e priorità da rispettare nel momento contingente del Governo Draghi. 

Ha chiesto a più riprese (a quale titolo?) l’allontanamento del commissario all’emergenza Domenico Arcuri, che avrebbe fallito, ha attaccato il capo della polizia Gabrielli, ha richiesto un piano vaccinale serio e rapido, ed un progressivo ritorno alla vita, con la riapertura nelle prossime settimane di attività come i ristoranti la sera, teatri ed attività sportive, - che il Cts sconsiglia specie in questo andamento del virus e delle sue varianti con crescita di contagi - , rimettendo al centro salute e lavoro, libertà e vita. Ha dato ordini sui progetti da portare avanti al Viminale. 

Ripetutamente se l'è presa con gli annunci degli esperti che seminano paura tra la gente, che a nostro avviso sembra sottovalutare la pericolosità del virus e di atteggiamenti irresponsabili che diffondono i contagi, forse con un orecchio ai discorsi ed aspettative della “pancia” della Padania avversa a chiusure ed anelante a libertà ed alla ripresa delle attività e della vita. Martedì scorso c’è stato un incontro con il Presidente Draghi che ha chiesto atteggiamenti di prudenza sulla pandemia e di evitare fughe in avanti ed inutili scontri.

In questo modo lasciando ai suoi ministri nel governo di contribuire a scelte comuni, viene ad esercitare una pressione fastidiosa sul governo come una sorta di contro-canto fuori dai palazzi del potere e delle aule parlamentari. Non si può ridurre questo comportamento del personaggio a pura agitazione propagandistica, a nostro avviso, impersonando al di là delle giravolte politiche imposte dalle contingenze e opportunità di partecipare ad un governo per responsabilità nazionale, il leader (populista) in perpetua campagna elettorale. 

Per una più adeguata valutazione di questo comportamento del nostro Matteo Salvini può essere utile riferirsi agli studi sul fenomeno globale del “Populismo” che si è diffuso anche con successo in paesi dell’Europa Occidentale/Orientale, oggetto di differenti approcci interpretativi, configurando un Populismo di lotta e di governo, perchè i populisti non sono più un movimento di opposizione, contestazione e di opinione, perchè partiti e leader populistici aspirano a conquistare la maggioranza dei consensi ed a governare. 

Alcune importanti letture di questo fenomeno mettono in risalto “il rapporto polemico del populismo con con la democrazia rappresentativa, le sue procedure ed istituzioni, tutte mostrano un insufficiente attenzione al rapporto tra il declino della democrazia dei partiti e delle ideologie classiche e la riconfigurazione della politica secondo modelli che sono più personalizzati e si servono di un impiego massiccio dei mass media e di internet nella costruzione del consenso” (Populismo di lotta e di governo, a cura di Manuel Anselmi, Paul Blokker, Nadia Urbinati, Feltrinelli, Milano 2018, p. 11). Anche il padano Matteo Salvini non fa eccezione come populista di lotta e di governo.

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