Il Papa ha dato voce a bambini e ragazzi

di Domenico Pizzuti sj


Dopo aver partecipato ieri Venerdì Santo alla celebrazione della Passione del Signore, davanti ad un popolo compunto e silenzioso, ho seguito alla TV la Via Crucis sul sagrato della Basilica di San Pietro presieduta da papa Francesco: un’autentica boccata di vita e giovinezza nella piazza semi deserta. I testi delle meditazioni e delle preghiere proposte quest’anno per le stazioni della Via Crucis del Venerdì Santo erano stati affidati al Gruppo Scout Agesci “Foligno I” (Umbria) e alla Parrocchia romana Santi Martiri di Uganda. Le immagini che hanno accompagnato le diverse Stazioni erano disegni realizzati da bambini e ragazzi della Casa Famiglia “Mater Divini Amoris” e della Casa Famiglia “Tetto Casal Fattoria”.

I ragazzi ed i bambini che hanno letto le loro riflessioni e preghiere dai leggii predisposti non hanno dimostrato tentennamenti per questo inusitato compito di buoni scolari davanti alle camere della TV. I testi delle meditazioni e delle preghiere hanno manifestato con sincerità le loro esperienza di vita in famiglia, nei rapporti con gli altri, le loro piccole debolezze e contraddizioni, i buoni propositi alla luce degli insegnamenti delle stazioni della Via Crucis. Hanno anche ricevuto e portato con comprensione nella processione sul sagrato della Basilica la croce affidata alle loro mani con i loro accompagnatori.

Così papa Francesco ha dato VOCE ai ragazzi e bambini nel centro della cattolicità, mentre in una semioscurità per la TV alla destra e sinistra della piazza erano presenti gruppi di adulti prelati e laici invitati senza parole. Un ultimo momento di tenerezza è stato alla fine della cerimonia quando alcuni piccolini sono saliti sulla pedana per il papa che presiedeva la Via crucis per stringersi attorno a Francesco per toccarlo e ricevere una carezza. 

Di fronte talora ad una rigidità e ripetitività di cerimonie religiose per una loro sacralità, questa scelta di papa Francesco dimostra che si possono cambiare le carte in tavola, cioè i soggetti delle stesse cerimonie religiose opportunamente preparati senza discriminazione di generi ed età per dare spazio alla vita ed alle nuove generazioni avvenire della stessa “Chiesa in uscita” sulle piazze e vie del mondo.

Commenti

Più letti