Le primarie di Napoli

di Domenico Pizzuti sj

Mentre incombe ancora la “zona rossa” a Napoli ed in Campania per la prevenzione dai contagi e i soggetti fragili si accalcano ai Centri Covid-19 per la vaccinazione, ed esplode la rabbia sociale nelle piazze e vie della città in ripetute manifestazioni di commercianti, ambulanti, artisti e lavoratori dello spettacolo, e cresce la protesta del mondo delle imprese, continuano le manovre in vista delle elezioni autunnali al Comune di Napoli come se nulla fosse. 

Riteniamo che proprio queste problematiche afferenti alla prevenzione e cura della salute dei cittadini secondo le diverse competenze istituzionali e quelle afferenti il lavoro dei diversi soggetti penalizzati dalle restrizioni imposte dalla lotta al Covid-19, insieme con altre per la vitalità della prossima amministrazione, vadano assunte nei programmi dei candidati sindaci e dai gruppi che li sostengono, per non chiudersi in stanze di palazzo ed essere assorbiti dalle transazioni politiche per spuntare il candidato sindaco da proporre alla cittadinanza alle prossime elezioni comunali.

La situazione delle candidature a Sindaco per certi aspetti non è ancora definita se si eccettuano quelle dell’assessora comunale Alessandra Clemente proposta dall’attuale sindaco di Napoli e di Antonio Bassolino al di là del consenso del Pd locale e nazionale, che procedono nella campagna elettorale, mentre quella del Magistrato Catello Maresca è stata confermata e meno definita quella dei partiti di centro-destra che la sostengono. Continuano le trattative da parte del PD e della coalizione nata dal sostegno alle Regionali al salernitano Vincenzo De Luca che si definisce di centro- sinistra ma a ben vedere è di segno moderato per la gestione di potere anche del Comune napoletano dopo quella della Regione Campania. 

E’ una situazione particolare perché vede in campo con diverso peso da una parte il PD locale e nazionale secondo le strategie del neo-segretario nazionale Enrico Letta su questa ed altre città chiamate alle prossime elezioni comunali, ed il blocco di potere che fa capo al Presidente della Regione Campania che vuole affermarsi anche nel Comune napoletano che per il suo peso condiziona le trattative. E’ stata ventilata da questa coalizione quella dell’ex Rettore dell’Università degli studi Federico II Gaetano Manfredi che non ha sciolto la riserva anche perché vuol vedere le carte, cioè i bilanci comunali per capire a quale futuro va incontro e postulare una legge per la città per affrontare gli atavici problemi del bilancio comunale sistematicamente a corto di soldi.

Di fronte a queste trattative da parte del Pd e della coalizione che fa a capo a Vincenzo De Luca nel chiuso delle stanze di partito, senza alcune consultazione dei cittadini, per avere le carte in mano, vorremmo sapere perché non si è pensato a Napoli a qualche forma di primarie tra diverse candidati o almeno ad “agorà democratiche” come proposta dal Segretario del Pd Enrico Letta per i circoli e gli iscritti del Pd a Napoli per raccogliere punti di programmi più avvertiti dagli iscritti al PD e dai cittadini, perché non vengano messe da parte modalità democratiche di partecipazione dei cittadini. Forse erroneamente confidando nella preponderanza delle preoccupazioni per la salute della stagione del Covid-19, e la poca voce della c.d. società civile nel dibattito pubblico perché si pensa che le elezioni comunali sono di là da venire nel prossimo autunno.

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