Per una democrazia nella pandemia

di Domenico Pizzuti sj


In questa atmosfera di ancora non domata pandemia per Covid-19 emergono le tensioni tra Regioni e governo centrale sulle priorità da seguire per le vaccinazioni, in particolare tra Vincenzo De Luca Presidente della Regione Campania ed il Commissario all’emergenza Generale Figliuolo, che non ammette deroghe all’ordinanza di dare priorità ad anziani e persone fragili per uniformità tra le regioni; e poi procedere con le categorie economiche per rilanciare l’economia del paese, una volta immunizzati gli appartenenti alle età più anziane esposte alle insidie letali del coronavirus. 

Si può esprimere gratitudine al Presidente Draghi per questa indicazione di priorità per le vaccinazioni per la messa in sicurezza di queste categorie di età, che tra l’altro contribuisce a diminuire la pressione sugli ospedali. In questi contrastanti atteggiamenti e comportamenti tra le regioni, dove come in Campania il suo Presidente se non altro con scarso spirito civico dichiara di voler “disubbidire” alle indicazioni di priorità del governo centrale, si avverte l’esigenza di andare oltre queste non edificanti tensioni e chiarire i rapporti tra l’autonomia di governo delle regioni e l’istituzione statale per quanto riguarda la prevenzione e cura della salute dei cittadini specialmente in situazione straordinaria di pandemia per combattere un virus insidioso e letale che ha già prodotto tante vittime in Italia, in Europa, ed in altri continenti.

Campeggia in Campania ed a Napoli la figura goffa di un “uomo solo al comando” che per elevarsi umilia gli altri compreso il governo del paese nelle sue esternazioni (che abbiamo denominato “populismo mediatico”), mentre il Consiglio regionale latita nella sua attività legislativa forse per paura di contagio nelle assemblee regionali, e non conosciamo secondo quali procedure il Presidente della regione Campania prenda le decisioni che interessano la salute dei cittadini. 

Certo non ci sono voci “fuori coro” per usare il termine di un programma televisivo, specie da parte dei diretti interessati della sanità pubblica e della aggregazioni ed espressioni della “società civile, se non all’occasione nel pubblico dibattito giornalistico di pochi intervenienti. Ci siamo interrogati su questa situazione che secondo il suo ruolo consente al Presidente De Luca di “pontificare” perchè si avvale di una larga maggioranza delle elezioni regionali, e delle perduranti preoccupazioni dei cittadini che affollano gli hub predisposti per le vaccinazioni, e che in certo senso hanno delegato a de Luca e compagni la gestione del potere specie in materia di sanità pubblica per combattere il Covid-19. Atteggiamento che potrebbe continuare per convenienze ed apatia anche nel post-pandemia.

Questa situazione di mancanza di voci, a nostro avviso, per le contingenze indicate, lascia intravedere nel tessuto sociale un indebolimento dello spirito civico e della partecipazione democratica - pur usufruendo degli interventi e soccorsi pubblici - che lascia posto a personaggi e gruppi di potere con una concezione del potere come “gestione” delle istituzioni secondo un pragmatismo senza anima. In seguito ai risultati delle elezioni regionali, per un’ accrocchio di liste di partiti, movimenti, associazioni a sostegno della candidatura di Enzo De Luca, si è manifestata nella nostra Regione una concezione della politica senza grandi visioni ed ideali per partecipare alle gestione della Regione o più chiaramente come accesso alle risorse a disposizione della Regione.

Commenti

Più letti