Nabucodonosor De Luca

di Domenico Pizzuti sj


Per non lasciare alla nuda cronaca parole, gesti, comportamenti di personaggi politici, con le chiacchiere conseguenti di un’opinione pubblica disattenta e disillusa, se non impreparata a cogliere al di là delle apparenze tendenze e stili di vita che manifestano tali personaggi, è opportuno tentare di offrire alcuni aspetti antropologico-culturali di un personaggio a capo di un’ istituzione come la Regione Campania, il Presidente Enzo De Luca. Regione impegnata nel contrasto al virus Covid-19 con la campagna di vaccinazione in atto con un discreto successo. A partire dalla comunicazione politica di questo Presidente - con asserzioni per lo meno bizzarre se non inusuali - di questo politico salernitano a capo della Regione Campania.

In primo luogo, si può notare in alcune sue asserzioni un certo vittimismo non di oggi della cultura o subcultura meridionale, per esempio per le ripetute lamentele che la regione Campania non riceverebbe il numero di vaccini che spetterebbero alla popolazione della Regione, che ha ricevuto un certo ascolto da parte del Commissario straordinario all'emergenza sanitaria. Secondo il Nostro non si è trattati come è giusto da parte delle istituzioni nazionali specialmente in questa fase di emergenza sanitaria, ed emerge a nostro avviso una certa vena non sopita di vittimismo meridionale, che vorrebbe conservare con queste difese d’ufficio il consenso dei cittadini di questa regione meridionale, accreditandosi come difensore delle giuste ragioni delle popolazioni della Regione non sempre rispettate dal governo e da istituzioni nazionali.

In secondo luogo, questa vena di vittimismo si coniuga con una sorta di ribellismo puramente verbale nella comunicazione pubblica in numerose espressioni corrosive nei confronti del governo e di istituzioni nazionali, facendosi ripetutamente beffe di esse, che servono più a legittimarsi sulla poltrona di palazzo Santa Lucia delegittimando le altre istituzioni. Tali quelle che denunciano infondatamente una certa inerzia del governo: “il Governo dorme in piedi”, o mettono in questione stranamente l’acronimo del Piano nazionale di rilancio e resilienza (PNRR) come frutto di poca intelligenza, l’attacco incauto alla divisa mimetica del Generale Figliuolo prontamente respinto dagli alti vertici delle Forze armate, ed ultimamente accusando il Generale di una gestione “delinquenziale” delle vaccinazioni perchè 200.000 cittadini campani non hanno ricevute le scorte per la vaccinazione, e così via. Espressioni dure che non fanno neanche ridere. E mostrano con questi attacchi che non si subiscono, anche se puramente verbalmente, politiche del governo centrale e di suoi rappresentanti per affermare la propria autonomia ed autorità. Una sorta quindi ribellismo comunicativo inconcludente, perché le partite si giocano altrove nei tavoli istituzionali per esempio dei rapporti tra Regioni e Governo e non in sfoghi o attacchi alle persone.

In terzo luogo, un’ulteriore chiave interpretativa si riferisce agli studi sui movimenti populistici al governo, come da noi già sottolineato, che tendono ad umiliare i partiti politici esistenti per affermare il proprio potere e limitare nel contempo le prerogative di altre istituzioni (Magistratura e stampa) come in regimi illiberali e autoritari di paesi dell’Europa dell’Est. Nel nostro caso si può parlare piuttosto di Populismo mediatico o comunicativo, anche perché manca la presenza di cittadini che possano al momento replicare, perché si tratta di una comunicazione solitaria in solo verso.
In una recente intervista, una figlia di De Mita, rilevando che Enzo De Luca a sua conoscenza è cambiato, ha caratterizzato bellamente il Nostro come un Nabunocodonosor, dal momento che nell’opera lirica “Nabucco” è un personaggio arrogante e vanitoso.

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