Napoli, candidati in panchina

di Domenico Pizzuti sj

Il ventaglio dei candidati a sindaco di Napoli si sta lentamente definendo per cimentarsi poi nella campagna elettorale con programmi, liste e nomi in attesa della data delle elezioni amministrative in autunno. Prima di questa data si sono già candidati in maniera solitaria (si fa per dire) senza l’appoggio esplicito di partiti o coalizioni la giovane Alessandra Clemente ed Antonio Bassolino: la prima si avvale dell’esperienza recente con molteplici deleghe nell’amministrazione comunale napoletana, carattere movimentista, il secondo delle passate esperienze di sindaco di Napoli e di Presidente della Regione Campania, e vuole cimentarsi ancora nell’arena politica. 

Si è aggiunta ultimamente la candidatura sponsorizzata da una schiera di cittadini di Sergio D’Angelo, già assessore alle politiche sociali nella sindacatura di De Magistris ed attualmente preposto al governo comunale dell’Acqua. Sembra quasi che questi veterani o meno vogliano venire in soccorso dei problemi irrisolti della comunità napoletana, cimentandosi nuovamente nel governo del Comune partenopeo avvalendosi delle loro passate esperienze, anche se in una situazione cambiata non solo per la pandemia di Covid-19, ma anche per nuovi equilibri politici dalle elezioni regionali.

Oggetto ancora di trattative è invece il candidato del c.d. centro-sinistra, che fa riferimento da una parte alla coalizione di partiti, partitini, gruppi e liste che hanno contribuito alla seconda presidenza di Enzo De Luca alla Regione Campania (che si è dichiarato né di destra né di sinistra) e dall’altra al PD napoletano, che media tra le aspettative locali della coalizione che fa capo a De Luca e quelle della segreteria nazionale del PD, che sembra in fase di conclusione sul nome di Gaetano Manfredi, l’ex Rettore dell’Università di Napoli Federico II e ministro dell’Università e della Ricerca nel Governo Conte 2. 

Come si risolverà questa trattativa dipende da calcoli (o rapporti di forza) che riguardano anche le candidature in cinque grandi città tra il PD ed il Movimento 5 Stelle. Una cosa è chiara a livello di real politik: De Luca con la sua coalizione vuole certamente estendere la rete anche sul Comune napoletano per potenziare il potere personale e gli interessi della coalizione a livello regionale. Ed il candidato scelto - a nostro avviso - non può non tener conto di questo.

I partiti di centro-destra, come a livello nazionale, sono divisi per mancanza di una leadership comune, e in una girandola di nomi non hanno espresso finora una candidatura condivisa per il sindaco di Napoli.

A conclusione di questi breve appunti su una situazione in evoluzione per l’individuazione di candidati a sindaco della conurbazione napoletana - che non va lasciata alle manovre di partiti e coalizioni - va rilanciato da cittadini, Comitati ed associazioni di cittadini l’affermazione “I care” (cioè ci sta a cuore) verso le sorti del Comune e la lotta ancora non conclusa al coronavirus con le incertezze del futuro. 

Si evidenzia che la politica locale debba affrontare la sfida della ripartenza della città con una visione del futuro, al di là degli interessi particolaristici, e se non altro nei programmi garantisca la sicurezza di vita dei cittadini non solo dall’emergenza sanitaria, ma anche con un welfare comprensivo ed inclusivo perché come ha richiamato il Presidente Draghi “Nessuno rimanga indietro” di coloro che sono ai margini, non per cieco destino.

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