Comunali di Napoli, c'è l'accordo a "sinistra"

di Domenico Pizzuti sj

   Una preliminare considerazione post factum all’accordo tra Pd 5Stelle LEU sulla candidatura di Gaetano Manfredi, ex Rettore dell’Università degli studi Federico II, a candidato sindaco alle prossime elezioni per il Comune napoletano, con il patto per Napoli siglato dalle tre componenti a Roma, dettata dalla real politik in considerazione della coalizione maggioritaria facente capo al Presidente della regione Campania per le numerose liste che hanno propiziato la sua ricandidatura alla regione, con la potenza di fuoco che hanno portato alle trattative locali e nazionali  per la individuazione del candidato sindaco al Comune di Napoli con la proposta da parte di De Luca dell’ex ministro alla ricerca scientifica Gaetano Manfredi come “sindaco della ricostruzione” a Napoli, secondo l’augurio del segretario del PD Enrico Letta. 


  In primo luogo, di fronte al rilievo dato  dai media a questa candidatura da parte di un moderato centrosinistra,  occorre richiamare che l’offerta politica di candidati sindaci per il Comune napoletano è più ampia e  nel perimetro di centro- sinistra comprende la giovane Alessandra Clemente attuale assessore ai giovani, proposta prematuramente  da Luigi De Magistris e sostenuta dal movimento DEMA, ad Antonio Bassolino ex sindaco del rinascimento napoletano ed ex presidente della Regione Campania, che deve riguadagnare un elettorato che negli anni  è certamente cambiato, a Sergio D’angelo fondatore e presidente di Gesco, già assessore alle politiche sociali nella giunta De Magistris tra il 2011 ed il 2013, sostenuto da gruppi di intellettuali. Personaggi che vogliono riguadagnare l’arena  politica per portare - al di fuori dei partiti - con  loro maturità ed esperienze un contributo alla ricostruzione della città in un momento di crisi della macchina amministrativa comunale. Nell’ambito del centro-destra è emersa e confermata  la candidatura del pm anticammora Catello Maresca, con una rivendicata caratura civica.


Un recente sondaggio, riportato quest’oggi, parla nelle previsioni di una “fuga in avanti” di Gaetano Manfredi e Catello Maresca, che assommano  almeno il 60% delle preferenze, mentre gli altri tre (Alessandra Clemente, Antonio Bassolino, Sergio D’Angelo) registrano percentuali di solo una cifra. In questo modo l’espressione del voto amministrativo funziona come una sorta di primarie per il ballottaggio finale penalizzando per così dire i cespugli o le minoranze personali che sono messe alla prova nel voto amministrativo del prossimo autunno.


    In secondo luogo, in riferimento all’accrocchio e numerosità di liste  di partiti, partitini, associazioni, gruppi, movimenti che hanno sostenuto la ricandidatura di Enzo De Luca a Presidente della regione Campania, e che forse sarà riesumato anche per le elezioni al Comune napoletano, con in più una lista a nome di Manfredi, ci siamo interrogati se tale rete rappresenti un indicatore di partecipazione civica o più platealmente di espressione e difesa di variegati interessi nelle istituzioni amministrative locali, talvolta solo personalistici. Nel caso delle elezioni amministrative comunali, non solo per marcare una presenza nel prossimo consiglio comunale con la speranza nutrita di qualche assessorato, ma per usufruire delle opportunità derivanti dalla realizzazione di progetti in campo per Napoli come quelli convenuti in un incontro del candidato sindaco Manfredi  con il Presidente De Luca (trasporti, infrastrutture, cultura, turismo).


Occorre verificare se questo accrocchio di liste regionali e comunali rappresenti una mutazione in senso prammatico ed efficientistico di un elettorato (di centrosinistra) forse più interessato nelle sue varie aggregazioni alla partecipazione al banchetto delle varie risorse europee, nazionali, regionali. Non è peccato, mi disse una volta l’ex assessore alle politiche sociali Sergio D’angelo, partecipare da parte delle associazioni ai bandi comunali per sostenere le loro attività con risorse pubbliche.

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