Se per Bassetti non urge parlarne...

di Domenico Pizzuti sj


Il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana, nel corso della conferenza stampa al termine della 74° Assemblea generale della CEI (27 maggio), ha precisato che nel cammino del Sinodo in Italia non si parlerà di sacerdoti sposati, di sacerdozio alle donne, di morale sessuale e, nello specifico, omosessuale, di processo di democratizzazione della Chiesa. Temi al centro del Sinodo biennale o Cammino sinodale tedesco. Ma che, secondo il porporato, sono argomenti «molto particolari» e non tra «quelli fondamentali che in questo momento attanagliano la Chiesa e l’umanità».


Per Bassetti, infatti, «i problemi di fondo della nostra gente sono ben altri: la solitudine, l’educazione dei figlioli, e la Chiesa deve essere una madre che educa, sono i problemi di chi non arriva in fondo al mese perché non ha il lavoro, sono i problemi di una immaturità affettiva che portano le famiglie a disgregarsi». A parte lo stile sbrigativo che sottovaluta problemi interni alla chiesa da affrontare e discutere, abbiamo quasi l’impressione che si tratti di una sorta di programma sociale o politico sotto la veste pastorale.

Abbiamo quindi cercato di verificare se quelli indicati, ed affrontato nel Sinodo tedesco, sono veramente problemi particolari per l’italia che non meritano attenzione e quindi non affrontare e discutere non solo dai vescovi ma con i laici cristiani organizzati e non, e se esistono nel nostro paese gruppi, associazioni e movimenti che si fanno portatori di queste tematiche particolari come il celibato dei preti e il sacerdozio femminile, il segretario del PD Enrico Letta ha affermato che è tempo di affrontarlo con uno sguardo alle giovani generazioni.

Riguardo ad alcune normative interne al campo religioso, sia quelle quelle relative all'obbligo del celibato per il clero, sia al divieto alle donne di esercitare il ministero sacerdotale, la "popolazione italiana risulta da tempo divisa su queste regole ecclesiastiche, pur palesando sino ad anni recenti - nel suo insieme - un minore grado di apertura rispetto a quanto indicato dai mass media o riscontrato in altri paesi occidentali" (Franco Garelli, Gente di poca fede, Il Mulino, Bologna 2020, p,113).

L’ultima indagine sulla religiosità degli italiani del 1917 mostra uno scenario sensibilmente mutato: il 54,6% degli intervistati è favorevole all'abolizione del celibato sacerdotale ed il 54.5% al sacerdozio femminile, mentre il resto della popolazione è contrario a queste riforme o manifesta varie incertezze a questo riguardo. Perciò queste opinioni degli intervistati per la loro numerosità non sono tanto particolari ed interessano la metà del campione intervistato. C’è quindi un opinione diffusa su queste tematiche nella società italiana e condivisa altresì da una quota consistente dei cattolici più vicini agli ambienti ecclesiali.

Per quanto riguarda queste tematiche, e la morale sessuale e il superamento del clericalismo, a parte l’opera meritoria delle teologhe cattoliche con le loro elaborazioni e pubblicazioni, che non è riuscita a diventare movimento popolare, non esiste nel nostro paese un movimento istituzionalizzato dei laici come quello nella Chiesa tedesca. Ma solo gruppi minoritari come le comunità di base, mentre le grandi organizzazioni ecclesiali, come l’Azione cattolica o l’AGESCI, pur condividendo forme avanzate di condivisione tra uomini e donne al loro interno, non si sono fatte portatori di queste istanze di riforma ecclesiale a livello di opinione pubblica ecclesiale. In questo ambito bisogna annoverare anche il silenzio della galassia dei “nuovi movimenti ecclesiali” e dei gruppi carismatici, che vivono sotto l’ombrello chiesastico e che raccolgono ampie porzioni di giovani ed adulti nelle loro attività.

Non in ultimo bisogna menzionare la recente Associazione Donne per la Chiesa), nata nel novembre 2017, "per portare il femminismo cattolico della base e nella base, coinvolgendo donne laiche, non teologhe, impegnate nelle loro parrocchie, associazioni e movimenti" (Paola Lazzarini, Non tacciano le donne in assemblea. Agire da protagoniste nella Chiesa, Effatà Editrice, Cantalupa (To) 2021, p. 68.) Sono presenti gruppi per la chiesa a Milano, Roma. Genova, Catanzaro. Cagliari, Napoli, nelle Marche. L’Associazione ha proposto incontri di approfondimento, documenti, momenti di preghiera, "ma soprattutto ha cercato di fare rete con altre realtà italiane e non, e di dare voce alle donne" con le loro esperienze, sensibilità, testimonianze di vita.

Commenti

  1. Grazie don Domenico per aver ricordato anche il nostro impegno! Paola Lazzarini

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