La folla dei "no" e la questione della libertà

di Domenico Pizzuti sj

Sabato 24 luglio in 80 piazze di città del nostro paese si sono svolte manifestazioni di cittadini contro il green pass al grido “Libertà” e contro una “dittatura sanitaria”, certo non nazista, secondo i partecipanti. I partecipanti a queste manifestazioni sono cittadini comuni e non rappresentanti di categorie economiche penalizzate dalla diffusione del Covid-19, che spesso hanno manifestato per avanzare le loro richieste al governo per preservare e garantire le loro attività.

Certo hanno influito le chiare affermazioni del presidente Draghi sulle vaccinazioni per assicurare vita e salute di tutti, e l’estensione dell’obbligo dei green pass per accedere alle varie attività ed opportunità economiche e sociali, che viene avvertito da alcuni come una limitazione di libertà e movimento nella vita sociale. 

Si tratta di misure introdotte anche in Stati a noi vicini, come la Francia, per contrastare la diffusione del virus e le sue mutazioni nelle varie manifestazioni della vita quotidiana e sociale. Abbiamo l’impressione che si manifesti da alcuni una certa insofferenza di fronte a tutta una serie di obblighi che restringono le libertà di movimento, ma che dalla maggioranza dei cittadini siano considerati presidi per la vita e la salute di fronte ad una epidemia non ancora domata. 

E’ in gioco la salute e la vita di tutti, per cui i nostri governanti con l’aiuto di scienziati ed esperti studiano ed introducono le misure più opportune per contrastare la diffusione del virus per le stesse motivazioni che inducono a sollecitare le vaccinazioni dei cittadini di tutte le età.

Queste manifestazioni non sono così spontanee come sembra, ma il frutto di un tam tam per tutta la penisola promosso da alcuni per sollecitare gli interessati alle manifestazioni di protesta, in alcuni casi come a Roma con la presenza di gruppi di estrema destra che cercavano di egemonizzare la manifestazione. Rimane un'ambiguità da parte di leader politici come Salvini e Meloni, anche se il primo ha avuto un repentir vaccinandosi il giorno dopo le affermazioni non gradite del Presidente Draghi, e la seconda dichiarando di non essere no vax ma che si vaccinerà, anche se ha caratterizzato come “terrorismo” le affermazioni di Draghi sull’obbligo di vaccinarsi da parte di tutti i cittadini e gli obblighi dei green pass in corso di adozione.

Certo non si possono ignorare queste manifestazioni di gruppi di cittadini che avvertono l’obbligo dell’adozione dei green pass come restrizione e limitazione della libertà di accedere a numerose opportunità di vita sociale, il che richiede di promuovere nella cittadinanza convinzioni e responsabilità collettive per garantire vita e salute a tutti. 

Ci hanno colpito alcune delle parole d’ordine di queste manifestazioni inneggianti alla libertà tout court, da coniugarsi con la responsabilità, in particolare quella assertiva di una lavoratrice napoletana che ipotizzava, senza ricorrere ad Orwell: “Siamo forse tutti marchiati?” con queste restrizioni, vincoli, e controlli nella vita quotidiana.

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