Meloni: i sondaggi, le donne e le leadership

di Domenico Pizzuti sj


Un sondaggio dell’ultima ora su giornali di oggi sulle preferenze politiche del campione intervistato attribuisce il primo posto al partito Fratelli d’Italia con il 20.5% dei consensi, contro il 24.4% del Carroccio, terzo è il PD con il 19.1%, seguito da M5S con il 15.2%. Non solo FdI costituisce il primo partito italiano, ma nel gradimento dei leader da parte degli intervistati il primo posto appartiene all’attuale presidente Draghi con il 62.3% , Giorgia Meloni ottiene il secondo con il 43.7%, e l’ex Premier Conte il terzo con il 37.8%, il quarto con il 32.2% a Salvini, il quinto con 29.7% a Letta. I numeri dei sondaggi danno quindi in crescita il partito di Giorgia Meloni e la sua leadership, che richiede qualche interpretazioni per non essere abbagliati dall’ultimo sondaggio e farsi una ragione di queste dinamiche politiche e di quello che le muove.

In primo luogo, occorre in ogni caso verificare i risultati di questi sondaggi dal punto di vista statistico, perché balza all’attenzione che mentre i maggiori partiti italiani (Carroccio, Pd, M5S) sono stabili nei consensi degli intervistati, o con qualche diminuzione percentuale, il partito FdI è quasi quotidianamente in crescita, perché a nostro avviso le preferenze degli elettori intervistati richiedono tempo per concretizzarsi e manifestarsi, pur essendoci una certa volatività dei cittadini elettori. Donde questa spinta verso l’alto del partito FdI e della leader Giorgia Meloni, pur nel rispetto degli orientamenti del corpo elettorale nella consapevolezza che essi ottengono verifica solo al momento delle elezioni politiche (verosimilmente nel 2023).

In secondo luogo, nell’agone politico, che cosa spinge avanti questi orientamenti politici degli intervistati in tempi piuttosto brevi, si può pensare a interessi non sempre trasparenti ad una affermazione di un partito di destra nazionalista se non estrema. A nostro avviso c’è una combinazione di gruppi conservatori italiani e non a questa affermazione di partiti di destra nel nostro paesee, che hanno investito risorse di vario genere in Giorgia Meloni e nel suo partito che richiede trasparenza di queste risorse, dall’altra dalle modalità della comunicazione da parte dei media che hanno bisogno di leaders da proporre all’attenzione e sostenere in una semplificazione della realtà non estranea ad interessi politici. Di qui la personificazione nella leader Giorgia Meloni, e nella sua attrattiva da parte di cittadini. Non basta la bella faccia dI Giorgia si fa per dire e della sua vitalità nell’ opposizione parlamentare e nella propaganda politica che riguarda ’esteriorità del personaggio, rimanendo nell’ombra una visione politica caratterizzata dal sovranismo e nazionalismo, antieuropeismo che guarda come nei giorni scorsi a Bruxelles a paesi autoritari dell’Est europeo come quello di Orban in Ungheria, e opposizione al governo Draghi ed ai suoi programmi contropandemia e per l’attuazione dei Recovery Plan, da cui prendere nettamente le distanze. Viene quasi da dire “Timeo Danaos et dona ferentes” (Temo i greci che portano doni) per cercare di capire che cosa viene realmente proposto in questa agitazione personale e del partito da lei guidato.

In terzo luogo, di fronte alla semplificazione dei media nella leadership di Giorgia Meloni, occorre sottolineare come antidoto la pluralità di donne capaci di governo nel nostro paese di fronte all’ autocandidatura alla premiership da parte della Giorgia in questione. Basti guardare anche solo alle donne attualmente in ruoli di governo nelle formazioni di centrodestra o in incarichi parlamentari, per non citare donne come l’imprenditrice Moratti che hanno avuto ruoli di presidenza in grandi enti pubblici o istituzioni pubbliche, o nel PD recentemente con donne nominata de Letta alla guida dei gruppi parlamentari in Camera dei deputati e Senato. Si tratta per dirla in siciliano di non lasciarsi “abbabbiare” (abbindolare) da una sola bella faccia ma guardare a capacità di governo e di leadership di tante donne che intraprendono o meno carriere politiche. Cioè alla pluralità e universalismo di donne e uomini ed alle loro capacità per costruire una società più giusta ed umana.

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