Renzi senza vincolo di mandato

di Domenico Pizzuti sj



Mi sono domandato in che modo il senatore Matteo Renzi eserciti la sua attività politica come membro del Parlamento in riferimento alla libertà dal vincolo di mandato secondo all’art.67 della Costituzione italiana che recita: «Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.». L'articolo 67 della Costituzione italiana fu scritto e concepito per garantire la libertà di espressione ai membri del Parlamento italiano eletti alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica. 

In altre parole, per garantire la democrazia i costituenti ritennero opportuno che ogni singolo parlamentare non fosse vincolato da alcun mandato né verso il partito cui apparteneva quando si era candidato, né verso il programma elettorale, né verso gli elettori che, votandolo, gli avevano permesso di essere eletto a una delle due Camere (divieto di mandato imperativo). Il vincolo che lo lega agli elettori assume, invece, la natura di responsabilità politica (Art.67 Costituzione italiana, in Enciclopedia Wikipedia).

Sono noti i cambiamenti parlamentari di Matteo Renzi in riferimento al Pd in cui era stato eletto, dopo l’esperienza di governo come premier e la costituzione di un proprio gruppo parlamentare per il partito o partitino “Italia viva” (che nelle previsioni elettorali oscilla tra il 2% ed il 4%) nella Camera dei deputati e nel Senato, scippato al Partito Democratico, con una libertà di azione non sempre coerente con le posizioni del PD e l’attuale coalizione di governo presieduta da Mario Draghi. In questo modo si qualifica come attore politico, parlamentare, di marcato carattere personalistico, che non smentisce l’Egotismo già rilevato nell’esperienza di governo dai media e dalla pubblica opinione. Più che “un uomo solo al governo”, si può parlare di “Io solo” come attore politico, di un’azione che si sviluppa “senza vincolo di mandato”.

Sono invece meno comprensibili certe posizioni recenti in relazione alla discussione del Ddl Zan in Senato che per alcuni emendamenti al Decreto per poterlo approvare in tempi certi lo vedono agire insieme a Matteo Salvini riteniamo per un atteggiamento tattico in materia di diritti civili. Abbiamo anche ascoltato una dichiarazione dello stesso Senatore Renzi che propugnava un tavolo con Salvini per poterlo avvicinare ad una posizione europeista, quando Salvini alcuni giorni prima aveva promosso e firmato al Parlamento europeo un chiaro manifesto sovranista non smentito “Dio, patria, famiglia”. 

Lo stesso senatore Renzi aveva pubblicamente avvertito giorni prima urbi et orbi che secondo le previsioni la maggioranza elettorale appartiene attualmente al centro-destra, che bontà sua va coinvolto nella prossima elezione del Presidente della Repubblica nel febbraio 2022. Che cosa significhino e preannunciano queste posizioni in considerazione delle prossime elezioni politiche non è ancora chiaro, perchè non ci auguriamo con qualche aiutino l’ascesa al governo di Salvini e Meloni che bramano governare da Palazzo Chigi certo non secondo un orientamento liberal-democratico o social-democratico.

In tutti questi casi, a nostro avviso, senza scomodare la weberiana “Etica della responsabilità” attenta alle conseguenze delle proprie azioni anche politiche, rimane una responsabilità nei confronti degli elettori chiamati ad esprimersi specialmente nelle prossime elezioni politiche, perché al di là dei giochi politici parlamentari non vediamo il Nostro sui territori vicino alla gente che certo ha altre priorità per la ripresa di attività economica, la garanzia del lavoro per uomini, donne e giovani generazioni, ed una normalità di vita sociale e culturale, a partire dalla ripresa della scuola in sicurezza.

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