Rappresentare Scampia oggi

di Domenico Pizzuti sj



Scampia, uno dei quartieri più giovani di Napoli  ha vissuto una demonizzazione mediatica che non rifletteva la realtà,  perché il volto del quartiere di Scampia  dopo circa quarant’anni è lentamente  cambiato per alcuni ritocchi urbanistici e lenti processi di incivilimento. Si tratta di aggiornare l’immagine di Scampia, quartiere dell’area nord della conurbazione napoletana perché sia più rispondente alla realtà di fronte a ritornanti affermazioni  di degrado ed abbandono del quartiere  Allo stato attuale riteniamo che si possa e si  debba parlare di un ordinario caso di emarginazione urbana in una periferia dell’area nord di Napoli con “tratti di normalità”. Nel contempo si devono rilevare un cambiamento sul fronte del contrasto alle organizzazioni criminali ed ai suoi traffici, e la permanenza dei due due campi Rom in condizioni di precarietà ed abbandono ai margini del quartiere.


Infatti nel corso dell’anno 2012 un’intensa, efficace e determinata azione delle forze dell’ordine - strategica decisione dei comandi delle forze dell’ordine - ha condotto all’eliminazione delle piazze di spaccio della droga liberando così il quartiere dall'aperto traffico della droga e dal flusso dei consumatori, che costituiva uno dei principali mercati degli stupefacenti non solo nella regione ma oltre essa. Così si riscattava anche l’immagine di Scampia come principale mercato della droga nel nostro paese. Rimane poco comprensibile, a nostro avviso, che questa importante operazione di contrasto ai traffici delle organizzazioni della criminalità organizzata di stampo camorristico - seguita a suo tempo dai media - non sia stata poi apertamente propagandata come un successo delle forze dell’ordine nell’eliminazione del traffico illegale della droga da un quartiere periferico che per anni ha dovuto assistere di giorno e di notte ai flussi di consumatori come zombi alle aperte piazze di spaccio al di là della strada. Dopo gli interventi delle forze dell’ordine per eliminare le piazze di spaccio, le attività delle organizzazioni della criminalità organizzata sul territorio non sono scomparse ma piuttosto “inabissate” per continuare i traffici illegali. (D.Pizzuti, La chiesa nelle periferie sociali. Scampia, in “CredereOggi, 40 (5/2020), pp. 123-135).


In un recente saggio sociologico “Periferia. I volti di Scampia” si osserva che si tratta di "mostrare come la realtà sociale di Scampia sia spesso lontana dalla rappresentazione  corrente di un “teatro di guerra” interamente sotto il controllo di un nuovo spietato sistema camorristico, ma anche quello di quartiere del riscarro morale, ricco di umanità,  di vitalità, di cultura. Il problema é che, in entrambi i casi, si tratta di rappresentazioni, di narrative, centrate più sulla visibilità sociale di alcuni fenomeni e di alcune componenti che sulla loro effettiva consistenza. In tal modo viene oscurata la vasta area grigia al cui interno ricadono soggetti e situazioni meno facilmente classificabili in termini di bene e di male>>. (E. Morlicchio, Periferia. I volti di Scampia, in E.Amaturo, - A.M.ZAccaria (edd) Napoli. Persone, spazi e pratiche di innovazione, Soveria M. (CZ) 2019, pp. 51-52).

Questo per rendere ragione della  realtà di un quartiere, un aggregato umano  che esprime congiuntamente la riproduzione demografica, sociale, culturale e religiosa, una realtà che non è solo bianca o nera, con sfumature di grigio. 

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