Campi Rom di Scampia. Fuoco sulla benzina

di Domenico Pizzuti sj


L’incendio di cumuli di rifiuti nel campo Rom di Cupa Perillo alcune settimane fa, con una lunga colonna di fumo nero e la distruzione di cinque baracche di abitazione di famiglie Rom, ha richiamato l’attenzione sulle condizioni di abbandono del campo Rom per la mancanza finora di progetti di superamento della cristallizzazione della sistemazione nel campo dei Rom abitanti da decenni, con soluzioni alternative di abitazioni da parte del Comune napoletano, come richiedono le strategie ben note di inclusione sociale delle popolazioni Rom nazionali ed europee.


Dopo anni di silenzio lungo la legislatura che volge al termine per le elezioni amministrative indette per i giorni 2 e 3 ottobre, che comprendono il Comune e le varie Municipalità, in questo caldo agostano improvvisamente a seguito di questo incendio e di servizi giornalistici sul campo si sono levate le voci di alcuni componenti del Consiglio di Municipalità in scadenza che lamentano: “ Se nessuno ci aiuta; censiremo da solo questa gente”. Sono manovre di basso profilo elettorale, a nostro avviso, che rende sospetto questo riaccendersi di interesse per la persistenza del campo di Cupa Perillo, che come in altre occasioni elettorali è un messaggio agli elettori per lucrare i voti di cittadini ostili alla presenza dei Rom a Scampia a cui erano state fatte promesse improvvide di allontanamento dei Rom dal quartiere senza proporre soluzioni alternative di housing sociale da parte del Comune napoletano. (Sulla difficile uscita dal campo, vedi Domenico Pizzuti, I Rom di Scampia, in La Critica sociologica, 209, 2019, pp.67-74). Questo per il campo delle intenzioni, perché a pensar male si indovina.
Quanto alla proposta fuori luogo lanciata di censire i Rom del campo da parte del Consiglio municipale, occorre richiamare che come è noto non sono ammessi censimenti di natura etnica da parte di chiunque secondo regolamenti europei e nazionali, ed in ogni caso competerebbe agli assessorati competenti del Comune partenopeo. Se si richiedono notizie demografiche dei residenti del campo occorre rivolgersi agli uffici competenti comunali per scopi ammessi e non personali elettorali di componenti del Consiglio di Municipalità, ed in aggiunta si possono avere per diretta conoscenza notizie dalle associazioni pro Rom che operano sul territorio dal “Comitato campano con i Rom”, all’Associazione “Chi Rom...e Chi no” e da altre associazioni del territorio, basta uscire dal bunker del Consiglio nel Centro civico per contattarle.

Inoltre, da un punto di vista metodologico, è opportuno rammentare che la competenza per la questione Rom ed i provvedimenti relativi spetta all’Ente comunale secondo la “Strategia nazionale d’Inclusione dei Rom, dei Sinti e dei Camminanti, 2012-2020”, poco attuata nel nostro paese, che si farebbe bene a leggere da parte chi talora parla senza cognizione di causa. Secondo questi compiti istituzionali, è notizia che è stato preparata ed in osservazione la bozza definitiva del PAL (Piano di Azione Locale per l’inclusione e la partecipazione delle comunità Rom, Sinti e Camminanti della città di Napoli) richiesta al Comune napoletano che occorre conoscere da parte di chi si assume compiti non richiesti sulla questione Rom a Scampia ed a Napoli e da ogni onesto cittadino.

Di fronte ad una tempesta in un bicchier d’acqua, augurandoci che non si assumono improvvide iniziative che possano turbare la difficile vita delle famiglie Rom del campo, che saranno eventualmente contestate dai gruppi ed associazioni pro Rom del territorio, non possiamo non far presente che proprio in questo mese di agosto come negli anni precedenti gruppi giovanili e di scout di varie regioni italiane convengono per una migliore conoscenza del quartiere Scampia e delle sue importanti realizzazioni sociale e dello stesso campo di Cupa Perillo con iniziative ludiche ed educative che comprendono anche bambini del campo Rom secondo una visione di inclusione e non esclusione che non fa onore a Scampia ma a piccoli interessi di bottega. Basta uscire dai locali della Municipalità per incontrare ragazzi e giovani che sono presenti nel quartiere per un servizio specialmente alle giovani generazioni.
RESTIAMO UMANI

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