Contemplazione tra Bibbia e mondo

di Domenico Pizzuti sj

Nella contemplazione sul mondo, cioè sull’Umanità - proposta da P. Gianfranco Matarazzo durante gli esercizi spirituali al Gesù Nuovo di Napoli - per conseguire uno “sguardo consapevole intorno a noi”, secondo la contemplazione sull’Incarnazione negli Esercizi Spirituali di Ignazio di Loyola, si manifesta una visione planetaria ed universale dell’umanità nelle sue varie situazioni. Il Padre Generale della Compagnia di Gesù Arturo Sosa, che abbiamo riportato in passato, alla domanda sul contributo di Ignazio alla Chiesa ed alla società rispondeva: "La sua visione universale ed a lungo termine", che chiaramente si evidenzia in questa contemplazione dell’umanità così com’é.

Per la continuità dell’umanità attraverso le generazione e le generazioni è illuminante nella Genesi il brano riguardante la discendenza di Terach nella storia di Abramo; "Questa è la discendenza di Terach: Terach generò Abram, Nacor e Aran; Terach generò Abram, Aran generò Lot;. 28Aran poi morì alla presenza di suo padre Terach nella sua terra natale, in Ur dei Caldei. 29Abram e Nacor presero moglie; la moglie di Abram si chiamava Sarài e la moglie di Nacor Milca, che era figlia di Aran, padre di Milca e padre di Isca. 30Sarài era sterile e non aveva figli. 31Poi Terach prese Abram, suo figlio, e Lot, figlio di Aran, figlio cioè di suo figlio, e Sarài sua nuora, moglie di Abram suo figlio, e uscì con loro da Ur dei Caldei per andare nella terra di Canaan. Arrivarono fino a Carran e vi si stabilirono. 32La vita di Terach fu di duecentocinque anni; Terach morì a Carran" (Genesi, 11,27-31). 

Commenta la Bibbia. Via verità e vita, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi), 2009, p. 46, "La breve storia di Terach collega le vicende di Abramo alla storia primitiva dell’umanità. Partendo da Ur dei Caldei, Terach e la sua famiglia vanno verso nord-ovest e si stabiliscono in Carran". Chiaramente si tratta della discendenza umana nella storia di Terach, della sua discendenza attraverso la “generazione”, prendere moglie ed avere figli, cioè generare figli. La vicenda di Sarai, moglie di Abramo, che era sterile (la sterilità in quell’epoca è solo femminile), è sintomatica dell’importanza del generare, avere discendenti che continuino la famiglia o il gruppo vincendo così la morte. A nostro avviso, al di là della storia generativa di Terach, si evidenzia attraverso il generare la continuità dell’umanità, il flusso dell’umanità in cammino attraverso l’unione di un uomo ed una donna, che aprono alla vita, ad altre vite. La generazione è attribuita primariamente agli uomini: "Terach generò Abram, Nacor e Aran; Aran generò Lot", anche se la sterilità di Sarai moglie di Abramo mette in evidenza la partecipazione alla generazione da parte della donna. La breve storia di Terach e suoi discendenti è ritmata anche dal “prendere moglie” per avere figli, discendenti, secondo i costumi del tempo. Donne quindi considerate come mogli dell’uomo principalmente in funzione dell’attività generativa per il prosieguo della discendenza.

Una breve storia biblica, quella di Terach, che però evidenzia il generare nel gruppo familiare per la continuità del flusso dell’umanità, il suo valore e senso per i gruppi umani per garantire una discendenza, e la nobiltà ed il senso di questa attività generativa per la continuità dell’umanità. E’ quindi parte della specie umana, animata dall’amore dei due che si perpetua nei figli che nascono. Da questo punto di vista la rinunzia volontaria al matrimonio dei candidati al sacerdozio e dei religiosi per la loro professione, evidenzia come da noi rilevato, una “paternità non generativa” che certo può essere feconda in una vita che si dona agli altri.

Le genealogie riportate da Matteo 1,1-16 articolate in tre tappe per stabilire la “Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide” si conclude: "Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù". Gesù e Maria sua madre, sono parte di una discendenza, del flusso di umanità, di una attività generativa particolare per la verginità della madre secondo la credenza della comunità cristiana, sono quindi uno di questa umanità. Gesù figlio di Maria generato in pienezza di umanità, secondo l’invocazione dell’Ave Maria: “Benedetto il frutto del tuo seno, Gesù”. Bisogna riscoprire questa umanità vera e piena di Gesù, figlio di Maria, che riscatta questa umanità.

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