Il gregge smarrito. Chiesa e società nell'anno della pandemia

di Domenico Pizzuti sj



E’ un instant book il volumetto a cura dell’associazione ESSEREQUI, Il Gregge smarrito. Chiesa e società nell’anno della pandemia, Rubbettino Editori, Soveria Mannelli (Catanzaro) 2021, pp.251. Come spiega Giuseppe De Rita nell’Introduzione, le pagine di questo libro hanno origine "nelle settimane e mesi del lungo doppio lockdown conseguente alla drammatica pandemia: noi fedeli cattolici ci siamo ritrovati una sera della primavera 2020 con le chiese chiuse, senza la possibilità di culto e preghiera quotidiana; senza un conforto sacramentale (nella Messa o in un funerale); senza sostegno emotivo della comunità ecclesiale di appartenenza. In una solitudine quasi obbligat" (p.5). 

In questa solitudine ed estraneazione dalla vita ecclesiale "Abbiamo avuto, in modo evidente, e per noi fedeli drammatico, la sensazione che la Chiesa non c’era" (p. 6). Si soffriva l’assenza, quasi l’irrilevanza della Chiesa come soggetto collettivo, come corpo sociale, come struttura organizzata. Insieme a molti amici di antica e seria appartenenza cattolica (nella quarta di copertina si qualificano come “uomini di cultura e di pensiero”), si è formato un gruppo amicale che si è dato un assetto associativo con un impegno di ricerca al servizio delle varie realtà ecclesiali, e si è scelto come primo strumento di approfondimento un “rapporto di ricerca” ricco solo di dati e di elementi di valutazione. 

Il Prof. De Rita si è preso carico di svolgere l’attività di rilevazione vista la sua lunga e acclarata competenza di ricerca sociale nel Censis. Le pagine di questo rapporto di ricerca sono il frutto di alcune indagini e di un anno riflesslonì sviluppate dal Censis e dall’associazione “Essere qui” sul tema della Chiesa, della comunità dei credenti e della cultura cattolica nel nostro paese. I dati sono stati raccolti grazie ad un sondaggio effettuato su un campione rappresentativo d’italiani, svolto a ridosso dell’estate 2020. Il commento alle tabelle è spesso solo abbozzato, ed offre uno spunto alle riflessioni senza chiudere la porta a interpretazioni differenti. Le riflessioni sono invece il risultato di un dibattito interno e di alcune interviste a testimoni privilegiati svolte durante i 12 mesi a cavallo tra il 2020 e 2021. 

Il testo vuol essere un contributo alla riflessione sullo stato presente della Chiesa italiana, una specie di “esame di coscienza”, ma l’obiettivo finale é soprattutto quello di ragionare su quello che c’è da fare perché l’azione del popolo di Dio possa contribuire nel modo migliore alla crescita sociale e civile del Paese.
L’anno della pandemia per la Chiesa italiana è stato un difficile banco di prova, alcune criticità esistenti da anni, come lo scollamento con la società reale, la distanza tra fedeli e pastori, l’irrilevanza nel pensiero socio-politico, sono emerse con decisione ed hanno rafforzato un senso di smarrimento che veniva da lontano. Occorreva uno stress test, un esame di coscienza, un discernimento per ripartire con maggiore rigore e consapevolezza. 

Occorre per la Chiesa tornare nel mondo, riscoprire il destino comune che lega Chiesa e società, nello spirito di aiutarsi tutti, di riscoprire e far riscoprire la reciprocità e l’interdipendenza, cercando di essere lucidi e generosi. E’ compito anche dei laici attivarsi per un’emancipazione della coscienza fraterna, che dia coraggio ed un maggior senso di responsabilità nel dare e nel ricevere, nell’illuminarsi vicendevolmente. 

“In questo difficile momento di ricostruzione civile, osservano gli Autori, aiutarsi tutti, non è allora sinonimo di aiutare tutti, ma è l’impegno per una ricostruzione basato sull’aiuto vicendevole”. Rimane da verificare l’accoglienza di questo messaggio da parte della cultura cattolica e non nella pubblica opinione, anche perchè il popolo di Dio ritrovi il suo protagonismo con il contributo delle varie aggregazioni nella Chiesa e nella società.

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