Reddito, approvato e contestato

di Domenico Pizzuti sj


La recente dichiarazione di Silvio Berlusconi secondo il quale la misura contestata del “Reddito di cittadinanza”, promossa e sostenuta dal Movimento 5 stelle, è una misura efficace di contrasto alla povertà nel nostro paese, a pensar male è un modo per allargare la platea favorevole ad una sua candidatura al Quirinale all’elezione nei primi mesi del 2022 del Presidente della Repubblica. Questa posizione recente per certi versi non stupisce perché il Silvio a suo tempo ha predicato non solo che non bisognava mettere le mani nelle tasche degli italiani, ma piuttosto mettere soldi. Matteo Renzi di cui oggi ha perso memoria è stato un seguace con gli 80 Euro per le situazioni di bisogno. 

Certo questa misura, al di là dell’efficacia nel contrasto alla povertà diffusa, e acquisizione irregolare da parte di persone che non ne aveva diritto, sin dal principio ha avuto una tasso di politicizzazione per acquisizione di consenso al movimento 5stelle partecipe del governo del paese. Al di là dell’acquisizione anche da parte di persone che non ne avevano diritto, per deboli controlli diffusi, quasi fosse per dirla all’americana una Bonanza, a nostro avviso nella pandemia, non solo ha consentito agli strati sottoprivilegiati consumi primaridi sopravvivenza, ma anche una tenuta sociale specialmente nelle regioni meridionalli del paese.

L’affermazione di Berlusconi rompe una dura opposizione al rifinanziamento di questa misura da parte degli altri partiti del centro-destra spesso disuniti. Si tratta di spiegare questa ostilità da parte di partiti sovranisti, o meglio nazionalisti radicali, come laLega di Salvini e Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni che con i movimenti delle periferie romane o meno non ha manifestato un feeling e vicinanza. 

In primo luogo si può far riferimento ad una certa concezione “produttivistica” della società di stampo lombardo (lavorare per produrre), per la rappresentazione dei produttori di aziende medie e piccole non solo del lombardo-veneto da parte del partito della Lega e dei governatori leghisti del Nord attenti ai bisogni del territorio. In questa concezione latente non c’è posto per denaro improduttivo a cittadini bisognosi. Diventano così minoranze da scartare al pari di Rom, extracomunitari, minoranze etniche, e non si manifestano proposte alternative di sostegno ai cittadini e famiglie in stato di bisogno. Anche il nazionalismo estremo, un patriottismo populistico a parole dei Fratelli d’Italia, ed un neo-conservatorismo non comprende situazioni periferiche territoriali e vitali di famiglie in povertà diffusa testimoniate anche da recenti report su questo fenomeno in Italia.

Nel sostegno a questi partiti di destra estrema bisogna forse avvertire che in caso di vittoria a prossime elezioni politiche questi strati emarginati di cittadini per dirla con papa Francesco rischiano di essere “scartati”. Può essere utile rileggere il testo dello stesso Francesco “Fratelli tutti, sulla fraternità e amicizia sociale” che capovolge tutte queste concezioni ed è un forte messaggio dal valore politico: tutti siamo fratelli e tutti siamo cittadini con eguali doveri e diritti, nella luce della fraternità ma anche della giustizia.

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