Un ventennio prenotato a nome De Luca

di Domenico Pizzuti sj

Nel corso della seduta del Consiglio Regionale dedicato ieri alla discussione della manovra economica, il Presidente Vincenzo De Luca con un certo compiacimento si prenota per un altro ventennio: "Non lascerò un euro di debito. Quindi per i prossimi vent’anni state tranquilli". Ritorna così sul tema di un terzo mandato in Regione, da approvare certo da legge del Consiglio Regionale, a cui aveva fatto cenno per la prima volta nel luglio scorso. Di fronte a questi propositi personali di prolungamento di mandato alla Presidenza della Regione Campania, trascurando che la vita non è eterna (senza voler male a nessuno), preoccupa non tanto “Un uomo solo al comando” della Regione ma “Quest’uomo (De Luca) solo al comando” della Regione per i prossimi decenni secondo i disegni del Presidente De Luca, senza alternanza ai ruoli apicali della Regione Campania, ed una certa acquiescenza non solo della sua maggioranza nel Consiglio regionale ma della società napoletana ancora alla prese con la diffusione del virus, questa volta “Omicron”.

L’affermazione del salernitano De Luca alla presidenza della Regione Campania si basa su una efficace organizzazione del consenso nelle elezioni regionali e comunali nella città di Napoli, anche se - come abbiamo notato a suo tempo - alle elezioni regionali del settembre 2020 ha ottenuto il consenso del 69,48% dei votanti, pari al 54,56% degli elettori, che evidenzia una larga astensione dei cittadini campani pari al 45,54% nei confronti dell’istituto regionale che chiaramente non si affidano alla sua protezione. Riguardo inoltre i risultati della campagna sanitaria contro il virus nella prima fase della pandemia nel 2020, che ha facilitato l’affermazione del De Luca alle elezioni regionali, e successivamente lungo il 2021, per dare onore al vero, oltre l’organizzazione centrale regionale, bisogna riconoscere il contributo di competenza, professionalità, e dedizione dato da scienziati, esperti, dirigenti sanitari, medici, infermieri, operatori sanitari e così via, che hanno avuto poca voce nell’opinione pubblica non solo a livello nazionale ma anche regionale forse per un serrare le fila nel contrasto alla diffusione del virus nelle sue varie versioni.

In questo contesto sociale e politico, a nostro avviso, preoccupa un certo indebolimento del clima democratico, perché una certa partecipazione alla vita pubblica è confluita per vari canali ed interessi nelle numerose liste di sostegno al Presidente De Luca nelle elezioni regionali ultime, ed anche in quelle recenti comunali napoletane del centro-sinistra per Manfredi sindaco sotto l’egida del De Luca con l’accrocchio di liste. Si può pensare che questo diffuso aspirare alle elezioni ai consigli regionali e comunali, allargando le reti di accesso, abbia anche il significato di conquista di una sorta di “Reddito di istituzioni” per certi strati di incerta condizione lavorativa o appartenenti a circuiti clientelari o a cerchie vicine all’ allocazione di risorse pubbliche.

Di fronte a questi propositi personali di prolungamento della durata in carica nella Presidenza della Regione Campania, a suo dire per capacità e meriti acquisiti, occorre una reazione della pubblica opinione e dei media per ristabilire la durata in carica secondo i termini legislativi attuali. Anche i presidenti degli Stati Uniti d’America dopo una rielezione ritornano tranquillamente nella vita privata. Non c’è bisogno di “salvatori” ma di “buoni amministratori”, perché questi sono a servizio delle istituzioni pubbliche e non le istituzioni pubbliche a servizio degli amministratori.

Per evitare abusi e concentrazioni di potere ruoli apicali nelle pubbliche amministrazioni, specie in quelli riguardanti l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini, la durata in carica ha temporalmente una durata limitata con trasferimenti in altre sedi. Anche la Santa Sede nella sua sapienza secolare ha recentemente limitato la durata in carica di fondatori e presidenti di associazioni ecclesiali riconosciute. Non riteniamo che si debbano fare eccezioni per il Presidente De Luca per l’alternanza democratica a ruoli apicali istituzionali che non hanno bisogno di “quest’uomo solo al comando”.

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