Di visioni e di principi. I Gesuiti come Sassoli?

di Domenico Pizzuti sj

Tra i tanti tweet di rappresentanti delle istituzioni, della politica, dei media che hanno fatto seguito alla notizia triste della morte per malattia di Davide Sassoli, presidente per due anni dell’Europarlamento, definito un “appassionato” europeista, mi ha colpito quello del Segretario del PD Enrico Letta che per lui si trattava di "Un amico unico. Uomo di visioni e di principi". L’eurodeputata Elisabetta Gualmini in un articolo su Huffpost ha osservato che Sassoli nella sua presidenza dell’Europarlamento ha contribuito a riscrivere regole e principi nel senso dei valori di “democrazia, solidarietà, diritti” e così ha cambiato l’Europa. Era veramente un appassionato Europeista ed un orgoglioso italiano secondo la presidente dell’Unione europea.

Il richiamo di Letta a Sassoli come "Uomo di visioni e di principi", ha avuto un impatto su di me perchè a suo modo riguarda non solo laici rappresentanti di importanti istituzioni, anche gli appartenenti alla Compagnia di Gesù nella loro vita e molteplice attività apostolica secondo gli indirizzi attuali. Basti richiamare la visione universale dell’umanità nella contemplazione sull’Incarnazione del Figlio di Dio negli Esercizi spirituali di Ignazio di Loyola. Uomo di visioni e di principi, un uomo appassionato è certo stato il Generale della Compagnia di Gesù Pedro Arrupe (1965-1983) che ha promosso l’impegno per la giustizia sociale nel mondo unitamente alla fede cristiana. Sono note le direttrici di marcia della Compagnia nella nostra epoca: sono racchiuse ne I decreti delle recenti Congregazioni Generali dalla 31° (1965) alla 36° (2016) e le Preferenze Apostoliche Universali che si tratta di implementare a livello locale. Il cammino è segnato, si tratta di percorrerlo insieme con le compagne ed i compagni nella missione per un mondo più giusto e solidale. Esse si riassumono in un programma ambizioso con l’impegno per la giustizia e la fede, la fede e la riconciliazione delle persone e dei popoli, che non sono slogan ma la bandiera oggi dei gesuiti nel mondo in trasformazione.

L’attuale padre generale della Compagnia di Gesù Arturo Sosa nell’introduzione alla edizione 2022 della rivista Gesuiti “Mettiamoci in cammino”, scrive: "La missione che sorge dalla contemplazione del Crocifisso Risorto in questo momento invita a collaborare nelle grandi e necessarie trasformazioni della Chiesa e della società, aprendo nuovi spazi alla partecipazione delle donne ed alimentando la speranza che abita nei cuori dei giovani di ogni razza e cultura. Mettiamoci in cammino a fianco di coloro che vedono negati i loro diritti, seguendo l’ispirazione dello Spirito". E’ un invito, un programma, una responsabilità per gesuiti e non che non può non risvegliare uno stanco Occidente ed una religiosità e spiritualità di gesuiti talvolta troppo presbiterale e poco missionaria ed attenta alle trasformazioni della Chiesa e della società.. Talora occorre forse spogliarsi di un manto troppo sacrale e cultuale per sposare l’impegno per fede e giustizia, ed essere Chiesa in uscita sulle strade delle nostre città.

Sono contento e fiero di appartenere a questa Compagnia che ha la visione delle grandi trasformazioni della società e della Chiesa, dell’umanità nelle sue diversità ed ineguaglianze, perché talora l’eco delle direttive della Compagnia (Congregazioni Generali, Preferenze Apostoliche universali, il motto dell’Anno Ignaziano) non sempre modella la vita di comunità di gesuiti per il condizionamento nel nostro paese del peso della “Religione di Chiesa” statica e di comportamenti culturali che sono di ostacolo alla partecipazione alle grandi trasformazioni della Chiesa e della Società.

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