La gara di Berlusconi

di Domenico Pizzuti sj



Qualche opinione da cittadino osservatore delle vicende del suo paese sulla conclamata e non ancora confermata candidatura del Cavaliere Silvio Berlusconi alla Presidenza della Repubblica italiana con il voto delle due Camere in seduta comune. L’età ce l’ha ed anche di anni come ottuagenario. La vicenda ha fatto rumore in Italia e nel mondo nutrendo un’ aspettativa che attende lo scioglimento della riserva ed eventualmente la prova degli scrutini dei voti espressi dai grandi elettori in seduta comune a partire da lunedì 24 gennaio. 

Al di là di tutti i dibattiti in corso, e di altre caratteristiche del personaggio che non è mai passato inosservato nella pubblica opinione per successi ed insuccessi della sua carriera pubblica, da questo punto di vista si caratterizza non solo e non tanto come “imprenditore economico” delle sue aziende ma per usare un termine sociologico come “imprenditore politico” (innovativo?) per le sue vicende legate ad un discesa in campo (politico) non gratuita da decenni con governi anche presieduti, che a coronamento di questa carriera si prende lo sfizio di candidarsi alla suprema carica dello Stato italiano. Con il benestare degli alleati della coalizione di centro-destra che per opportunismi vari gli hanno assicurato fedeltà al sostegno della sua candidatura con qualche retropensiero che custodiscono per le sorti di questa candidatura alla prova dei voti in Parlamento.

In questa vicenda discussa dalla pubblica opinione, al di là di una legittimazione formale della candidatura berlusconiana con il consenso giurato della Lega e di Fratelli d’Italia ed altri alleati a Villa Grande a Roma, per le caratteristiche costituzionali del Presidente della Repubblica evidenziate Mattarella per il suo successore si richiede un consenso unitario delle varie forze politiche sul nome da proporre al voto delle Camere per il prossimo settennato. Sembra che in questa discussione ci sia stata chiaramente un “forzatura” di una parte, poco rilevata, da parte del centro-destra sulla base dell’assunto che per la maggioranza rilevata dalle rilevazioni statistiche sugli orientamenti elettorali dei cittadini attribuita alle parti di centro-destra (che attende di essere confermata o meno alle prossime elezioni politiche) e di un’opinione diffusa il governo prossimo venturo ed anche la Presidenza della Repubblica spettino ad rappresentante di questa coalizione.

Serve ad affermare come ad una disfida tra gruppi “il centro-destra c’è e ci spetta il Presidente della Repubblica”, per la smania di Salvini di proporsi come kingmaker, con una chiara affermazione di parte con la conseguenza che tale candidatura non è stata condivisa con le altre forze politiche anche per l’auto-candidatura di Silvio Berlusconi. Si tratta di attendere tra un settimana la prova di questo assunto per poi procedere all’individuazione di un nome condiviso da proporre al voto dei grandi elettori.

Correttamente il Presidente del Parlamento Fico ha chiarito che per questa suprema carica dello stato carica di richiede un personaggio di “alta moralità” pubblica e privata senza moralismi ed anche lassismi di facciata. Ci sovviene che nel linguaggio ecclesiastico per alcuni ministeri e servizi si richiedono “Viri probati” per conoscenza diffusa a garanzia dell’esercizio delle cariche attribuite. Non spetta a noi dare giudizi di moralità, ma di sottolineare prova di alta moralità anche per l’esercizio di Presidenza della Repubblica italiana che attende un successore dell’amato Presidente Mattarella con un profilo di chiara garanzia costituzionale e personale.

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