Storia di un profeta ebreo

di Domenico Pizzuti sj



Ho letto con grande interesse e partecipazione un saggio storico su Gesù di Giorgio Jossa, Voi chi dite che io sia? Storia di un profeta ebreo di nome Gesù, Paideia, Torino 2018. L’autore ha insegnato Storia della Chiesa antica all’Università Federico II di Napoli. Dopo numerosi saggi sulle origini del pensiero cristiano, si è dedicato interamente alla ricostruzione della figura di Gesù, sulla quale ha pubblicato tutta una serie di saggi. In questo libro, sulla base di un’ampia conoscenza della letteratura sulla ricerca ultra-centenaria su Gesù, si ripercorrono le tappe fondamentali della vicenda umana di Gesù, per giungere ad un’immagine inedita della sua figura, che consentono di delineare un profilo storico essenziale su Gesù, così articolato: 

 1.Una ricerca realmente storiografica non può rinunciare in partenza a cogliere uno sviluppo nell’azione e predicazione di Gesù. Altrimenti Gesù è un personaggio fuori dal tempo. E disegna una figura di Gesù che non è realmente storica.

2. Se il Gesù storico è veramente un Gesù ebreo, lo specifico contesto ebraico nel quale Gesù ha svolto la sua azione e predicazione non può non essere significativo. I luoghi, i personaggi, gli eventi della sua vicenda umana, hanno un’importanza decisiva ai fini della comprensione di questa vicenda,

3. Per quanto riguarda le fonti, al di là del loro carattere kerigmatico, il vangelo di Marco per quanto riguarda soprattutto la vita di Gesù, e la fonte Q soprattutto per quanto riguarda il contenuto della sua predicazione, restano due fonti sostanzialmente attendibili per una ricostruzione della figura di Gesù.

4. Il profilo che ne risulta è certo molto scarno, e dal punto di vista della fede deludente, ed a molti credenti deludenti appaiono le ricerche contemporanee su Gesù con il tentativo di studiosi credenti di dare maggiore consistenza al racconto dei Vangeli. La ricostruzione della figura di Gesù senza l’ausilio della fede, ma con il mezzo della “consapevolezza critica storica”, è in effetti molto semplice e dal punto di vista della fede insufficiente. Non comprende e non può comprendere la resurrezione. La ricerca storica su Gesù, si colloca accanto a quella del Cristo della fede, come una diversa interpretazione, non è una prova, ma un segno ambivalente della sua identità messianica, una domanda inquietante che esige una risposta che è la stessa che Gesù ha posto ai suoi discepoli - riportata nel titolo del libro- e che nel Cristo dei vangeli ha avuto quella particolare risposta che è la risposta della fede.

5. Gesù ha cominciato la sua missione pubblica come discepolo e collaboratore di Giovanni Battista in Galilea e ne ha condiviso le sue posizioni escatologiche ed apocalittiche sul giudizio imminente di Dio e sulla necessità del battesimo e della penitenza. Dopo l’arresto del Battista, ha dato vita ad un ministero autonomo centrato sull’ annunzio della venuta imminente del regno (terreno) di Dio ed accompagnato da una intensa attività taumaturgica. Dopo il sostanziale insuccesso della sua predicazione in Galilea, ha deciso di recarsi a Gerusalemme per confrontarsi direttamente con le autorità giudaiche, dove gli eventi precipitano. Ha ripreso la predicazione di Giovanni Battista sul giudizio e la conversione, con il riferimento alla figura apocalittica del Figlio dell’uomo. Nell’ultima cena con i discepoli alla vigilia della Pasqua, ha riaffermato la sua fede nell’avvento del regno (celeste) di Dio, ed ha indicato nella nuova alleanza di Dio col suo popolo nel suo sangue il valore teologico della sua morte imminente.

E’ una lettura appassionante ed illuminante secondo il profilo storico quella del libro di Jossa, anche se si tratta di un libro di studio con i risultati della ricerca dell’Autore. Risaltano, a nostro avviso, secondo la tesi dell’Autore gli sviluppi ed i cambiamenti nella vicenda umana di Gesù riguardanti la predicazione e l’azione di Gesù anche se secondo l’A. la missione pubblica di Gesù con la sua condanna a morte copre poco più di un anno. Con questa interpretazione storica della vicenda umana di Gesù, più chiaramente ci rendiamo conto che la nostra conoscenza della figura di Gesù è quella teologica o kerigmatica del Gesù cristiano, del Cristo della fede della narrazione cristiana, che è una sorta di “frame” o cornice di questa conoscenza che si imposta e diffusa tra i fedeli cristiani. Forse, secondo il suo valore, può apprendere anche da risultati di questa ricerca storica su Gesù, anche perché abbiamo l’impressione che un tipo di interpretazione teologica diffusa non copra tutta la vicenda umana di Gesù profeta escatologico, con la sua pretesa regale e messianica a cui occorre dare una risposta ad una domanda inquietante.

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