I miei Anni Sessanta

di Domenico Pizzuti sj

Ho ricevuto e letto con interesse e gusto un libro non ordinario (non solo perchè Edizione fuori commercio) di storie di vita di amici di un tempo come Fausto Tortora che porta il titolo enigmatico Due. Fausto Tortora Bruno Liverani, Roma 2021, pp.236, perchè poi ho scoperto che comprendeva anche il percorso di vita di Bruno Liverani che si intrecciava non solo sul piano professionale con quello di Fausto. Il mio interesse derivava non solo dall’esperienza nell’Ufficio Studio delle Acli di Roma con Fausto inizio anni settanta, ma perché restituisce la temperie culturale, sociale, e religiosa dalla fine anni sessanta in poi attraverso i percorsi di due testimoni ormai ottantenni. Una provocazione (il traguardo dell’età), secondo i due Autori, che ha stimolato un esercizio di memoria, finalizzato soprattutto su due dimensioni - la fede e la politica - vissute diversamente ma con pari intensità.

Le storie vissute si sono intrecciate, quello che rimane è comunque complicità e amicizia. Nella storia o memoria di vita di Fausto mi ha colpito soprattutto la cura di riportare i nomi e cognomi delle persone incontrate che hanno dato luogo a relazioni amicali durevoli, quasi una religione dell’amicizia. A conclusione del suo testo, Fausto osserva che "Non c’è nessuna conclusione da trarre da queste storie. Sento tutto il privilegio di aver attraversato, nell’età della ragione, sessant’anni pieni di esperienze e di emozioni, sessant’anni pieni di persone che ricordo, anche quelle che qui non ho nominato. Vorrei solo che tutti quelli che ho conosciuto mi riconoscessero un dono: quello di aver saputo coltivare l’amicizia" (pp. 108-109). Nei percorsi di vita non solo di Fausto, a partire da alcune esperienze formative, chiaramente emerge la dimensione culturale che attraversa esperienze professionali, sociali, e formative, una sorta di brand di un buon vino o liquore, che connota impegni, incontri, relazioni dei due Autori.

Non avendo memoria di incontri particolari con Bruno Liverani, che ho avuto occasione di conoscere attraverso la sua storia di Due in uno, è rilevante non solo la descrizione dell’ambiente sociale e politico della Romagna del suo tempo, ma anche il modo con cui ha rielaborato in queste pagine in una prima fase della sua vita gli incontri in Seminario e nella vita di giovane presbitero con le figure religiose, che poi ha avuto una svolta con la scelta di vita laicale ed impegni specialmente nel sindacato con la FIM-CISL.

In queste memorie si tratta di “vite vissute” che rivivono in queste pagine che per lo stile fluido sembrano parlare a chi sfoglia le pagine di questo libro. Mi sia permesso per non cadere in banali auguri citare l’affermazione di un personaggio, che certo non fa parte delle preferenze dei nostri autori, come Clemente Mastella che al compimento dei 75 anni ha chiosato “sono grato alla Provvidenza per un traguardo di vita che i miei genitori non riuscirono a raggiungere”. A mio avviso il libro dei Due merita una più ampia diffusione libraria con edizione in vendita, per non rimanere negli scaffali delle nostre memorie.

Commenti

Più letti