Fare sistema contro la Camorra

di Domenico Pizzuti sj

Nella vicenda della bomba carta fatta scoppiare domenica 13 marzo davanti al cancello della Chiesa della parrocchia di don Maurizio Patriciello nel Parco Verde di Caivano, nota come grande piazza di spaccio di stupefacenti e per il degrado sociale dell’abitato, hanno fatto seguito le opportune indagini della magistratura con le forze dell’ordine, manifestazioni anticamorra nelle piazze dell’hinterland napoletano specialmente da parte dei sindaci dell’area nord con lo slogan “Fuori la camorra dalla nostra terra”, ed alcune iniziative culturali a Napoli presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, Sezione San Tommaso e la parrocchia di Caivano per risvegliare la coscienza ecclesiale e civile per fare sistema nel contrasto alle organizzazioni criminali insediate nel territorio con aperte aggressioni a persone ed attività commerciali, traffici occulti, e tentativi di infiltrazione nelle istituzioni e amministrazioni locali.

Fin dall’inizio ci è rimasta un ’ombra circa la perpetuazione dei traffici e dei degrado sociale del Parco Verde, a quanto ci consta, nonostante la presenza e le affermazioni anti-camorra di don Patriciello, che manifestava la mancanza di energici interventi di contrasto delle attività criminali e del risanamento sociale del Parco. O l’assenza dello Stato in loco. E’ venuta in aiuto nel convegno promosso da don Patriciello a Caivano un chiaro riconoscimento da parte del Procuratore Melillo: “Lo stato ha abbandonato posti come Caivano. Sarei molto arrabbiato se fossi un abitante del Comune di Caivano. Le persone che vivono nel Parco Verde hanno diritto a delle risposte ed alla tutela della propria dignità.”

Certo occorre un risveglio della coscienza civile a Caivano e nell’hinterland napoletano per far sistema nel contrasto ai gruppi della criminalità organizzata locale, - perchè non si può essere free rider o professionisti dell’anti-camorra laici o ecclesiastici che siano -, da parte di sindaci, amministratori comunali, associazioni, movimenti della società civile, parrocchie ed espressioni politiche affidabili. Rinnovando la grande stagione della mobilitazione collettiva sul problema della “terra di fuochi” che portò in corteo migliaia di cittadini, associazioni, movimenti, per le vie della città di Napoli fino a Piazza Plebiscito.

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