Come si fa la pace. Helsinki e non Jalta

di Domenico Pizzuti sj


Merita attenzione e comprensione l’intervento del Presidente Sergio Mattarella all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa a Strasburgo, mercoledì 27 aprile, un’autentica lezione di saggezza sui temi della guerra e della pace, della pace e della sicurezza, del multilateralismo della coesistenza tra i popoli non solo in Europa. Di fronte ad un'Europa sconvolta dalla guerra, ferma è la posizione del nostro Presidente: nessun equivoco, nessuna incertezza è possibile. Così pure sul tema della pace, che non si impone, ma è frutto della volontà degli uomini. “la pace è una costruzione laboriosa, non un atto isolato, frutto di scelte reali, continuative, non un atto isolato”.

Sul tema dalla pace da costruire, il Capo dello stato chiede un’iniziativa sul modello degli incontri di Helsinki del 1975, il modello sperimentato in questa città al tempo della guerra fredda e non di Jalta. Riportiamo per maggiore chiarezza le affermazioni dell’intervento su questa proposta:

"Infine, Helsinki e non Jalta: dialogo, non prove di forza tra grandi potenze che devono comprendere di essere sempre meno tali. Prospettare una sede internazionale che rinnovi radici alla pace, che restituisca dignità a un quadro di sicurezza e di cooperazione, sull’esempio di quella Conferenza di Helsinki che portò, nel 1975, a un Atto finale foriero di sviluppi positivi. E di cui fu figlia la Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. Si tratta di affermare con forza il rifiuto di una politica basata su sfere di influenza, su diritti affievoliti per alcuni popoli e Paesi e, invece, proclamare, nello spirito di Helsinki, la parità di diritti, la uguaglianza per i popoli e per le persone. Secondo una nuova architettura delle relazioni internazionali, in Europa e nel mondo, condivisa, coinvolgente, senza posizioni pregiudizialmente privilegiate.
La sicurezza, la pace – è la grande lezione emersa dal secondo dopoguerra – non può essere affidata a rapporti bilaterali – Mosca versus Kiev -. Tanto più se questo avviene tra diseguali, tra Stati grandi e Stati più piccoli.
Garantire la sicurezza e la pace è responsabilità dell’intera comunità internazionale. Questa, tutta intera, può e deve essere la garante di una nuova pace". 

Questa proposta del Capo dello Stato acquista forza dal quasi contemporaneo consulto di quaranta ministri della Difesa afferenti alla Nato nella base di Ramstein in Germania per raccogliere armi per il sostegno all’aggressione dell’Ucraina fino alla vittoria nel conflitto. Venti di guerra che non devono coprire vie e proposte possibili di pace da parte della comunità internazionale se non si vuole una guerra senza termine.

Anche il Cardinale Parolin, nella recente presentazione a Roma del libro “Contro la guerra” Solferino e Lev editori, lancia un appello a creare un nuovo equilibrio di pace e sicurezza: “Oggi c’è bisogno di una nuova Conferenza di Helsinki”. Proposta avanzata tre giorni fa anche dal presidente italiano, Sergio Mattarella, dinanzi all'assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa. Proposta che ricalca l’anelito del Papa a superare quello spirito “cainista” che impedisce di operare insieme, come fratelli.

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