Analisi del pacifismo di Salvini

di Domenico Pizzuti sj

La “sorprendente” missione di pace di Matteo Salvini a Mosca per chiedere un “cessate” il fuoco nel conflitto in Ucraina, ha destato polemiche e discussioni tra le forze politiche e nell’opinione pubblica per una proposta fuori le regole dei rapporti internazionali che è stata accolta con freddezza dai rappresentanti del nostro governo. Non si capisce a che titolo voglia compiere questa missione a Mosca non avendo nessuna investitura istituzionale o parlamentare, mentre sono in corso trattative non solo per il supporto militare all’Ucraina oggetto dell’aggressione da parte della Russia di Putin e chiesto un “cessate il fuoco” per avviare trattative per negoziare la pace da parte del Presidente Draghi che ha avuto per la sua carica contatti telefonici con il Presidente Putin, ed il nostro ministro degli esteri Di Maio ha presentato all’Onu ed alla UE una proposta di pace in quattro mosse, che non ha trovato finora adesione da parte dei due contendenti.

Anche Salvini vuol chiedere il “cessate il fuoco” a Putin ed incontrare anche Zelensky a Kiev, ma non conosciamo i passi di questa missione a Mosca e se effettivamente sarà ricevuto da Putin, non essendo un “oligarca” italiano per sedere al tavolo bianco del Cremlino. A nostro avviso, o è tutta “ammuina” e polvere negli occhi che vela qualcosa d’altro che va svelato per non farsi prendere da questo zelo peloso di Salvini per la causa della pace che è una cosa seria e non bassa propaganda politica a vantaggio esclusivo del personaggio leader della Lega in perpetua propaganda elettorale. Paradossalmente, per quello che ne sappiamo delle modalità della missione, si può affermare che Matteo Salvini si trova a suo agio a Mosca e tra la nomenklatura di quel paese, e quindi gode di conoscenze ed agganci per non essere il signor Nessuno e trarre vantaggio da una “politica di guerra” e dare vita a strumentali interventi nelle stanze del Cremlino ed essere ascoltato. Tutto questo zelo pacifista fa velo su un passato di conoscenze e rapporti con il regime russo che rendono possibile queste cosiddette spregiudicate dislocazioni nazionali ed internazionali che non ingannano nessuno. A questo momento non sappiamo se questa missione avrà luogo per le discussioni e divisioni nell’opinione pubblica che sconsigliano questa visita a Mosca, che fa pensare in ogni caso a tutta una preparazione da parte di qualcuno o di qualche gruppo per avere un qualche successo di riuscita ed non essere annoverato tra i “complottisti” che non ci appartengono.

Nella sua spregiudicatezza propagandistica Salvini ha subdorato, anche in seguito ai ripetuti interventi di papa francesco per fermare la guerra in Ucraina, ed al vento più favorevole da parte di artisti ed intellettuali e parti dell’opinione pubblica verso una risoluzione del conflitto distruttivo e sanguinoso in corso, a brandire la causa pacifista come uno zelante attivista che non si attaglia alla sua figura di spregiudicato propagandista politico che con queste sue proposte può creare solo un polverone intorno a questa nuova versione in salsa pacifista del nostro leghista “lumbard”.

Si può per dirla in latino: “Timeo Salvini et dona ferentes” da Mosca in seguito a questa discussa missione. Eticamente per convenienze personali non si può giocare con la causa della pace e nascondersi dietro questo attivismo pacifista per altri scopi strumentali alla propria affermazione. Dietro le quinte da chi non riesce a comprendere questo polverone possono anche ascoltarsi affermazioni come “Buffoni!” che esprimono rabbia e disdegno verso una politica di bassa lega, che non coinvolge la stessa Lega padana.

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